La Romantische Strasse

La Romantische Strasse (Strada Romantica in italiano) è un percorso di circa 410 chilometri che si sviluppa nella Germania Meridionale, lungo un percorso nord-sud che collega la località di Wurzburg con quella di Fussen, ai piedi delle Alpi Bavaresi. L’idea di creare questo percorso si deve a un gruppo di promotori turistici negli anni Cinquanta, che decisero di unire le due località passando per una serie di cittadine estremamente ricche di testimonianze artistiche, tra paesaggi rurali di rara bellezza. Oggi si tratta probabilmente del percorso turistico più frequentato (e più bello) della Germania.

La Romantische Strasse: informazioni e indicazioni- Cena Con Delitto | Cena  con delitto
Il Percorso della Romantische Strasse

Da Wurzburg fino a Donauworth il percorso è serpeggiante e segue diverse strade locali e di grande comunicazione. Da Donauworth ad Augusta la Romantische Strasse segue la Bundesstrasse (l’equivalente delle nostre Strade Statali) numero 2. Da Augusta a Fussen si segue invece il percorso della Bundesstrasse numero 17. Il percorso collega la valle del fiume Meno (Mein in tedesco) con le Alpi Bavaresi e la zona dei laghi prealpini. Esso attraversa le regioni storiche della Franconia, della Svevia e dell’Alta Baviera ( OberBayern), nonché dell’Aalgau ( Algovia), luogo di conclusione meridionale dell’itinerario Si sviluppa per la quasi totalità nel Land della Baviera, con una piccola incursione nel Land del Baden-Wurttemberg.

Cosa vedere a Wurzburg - Germania - Strada Romantica Baviera
Wurzburg, punto di partenza dell’itinerario. Situata lungo il fiume Meno, ospita la famosa Residenz, uno dei palazzi nobiliari più grandi d’Europa

Percorso

L’itinerario può essere percorso sia da Nord verso Sud che da Sud verso Nord. Arrivando dall’Italia è probabile che si incominci da Sud qualora si voglia poi proseguire verso altri territori della Germania mentre si partirà da Nord qualora si voglia poi rientrare in direzione delle Alpi e dell’Italia. Partendo da Wurzburg si segue inizialmente l’amena vallata del fiume Meno fino a Wertheim, valle che presenta anche caratteristici vigneti. Dopo Wertheim il percorso piega verso Sud, entrando nel Baden-Wurttemberg. Si risale quindi la vallata del fiume Tauber, in un percorso che alterna boschi a campi coltivati. Si passa per Tauberbischofsheim, Lauda-Konigshofen, Bad Margentheim.

Lower-Franconia | Wenzel America
Paesaggio della Bassa Franconia.

Si rientra brevemente in Baviera a Rottingen e poi di nuovo nel Baden a Creglingen. Dopo questa cittadina il percorso torna ancora in Baviera, dove resterà fino alla conclusione. Transitiamo ora per Rotenburg-ob-der-Tauber, forse la cittadina più famosa dell’itinerario, estremamente caratteristica con le sue case a graticcio tipicamente tedesche. Si continua nella vallata del fiume Womitz passando per Schillingfurst, Feuchtwangen e Dinkelsbuhl. La prossima città è Nordlingen, città circolare estremamente conservata (simile per la forma alla nostra Aquileia). Nordlingen, a differenza delle città fin qui visitate, si trova in un’ampia area pianeggiante. Questa è chiamata Nordlinger Ries ed è in effetti una depressione, più bassa del territorio circostante. Caratteristica unica del Ries è il fatto di essere stata creata dall’impatto di un meteorite circa 15 milioni di anni fa. Il cratere, di oltre 20 chilometri di diametro, ospita oggi la città di Nordlingen e un vasto circondario.

Cosa vedere a Rothenburg ob der Tauber - Strada Romantica
La cittadina di Rothenburg-ob-der-Tauber, località tra le più caratteristiche dell’intera Germania

Si passa quindi per Harburg, famosa per la sua fortezza ( Burg Harburg) e si giunge a Donauworth, sulle rive del Danubio, qui un corso d’acqua ancora modesto. Lasciati alle spalle i rilievi del Giura di Svevia si percorre ora la valle del fiume Lech, prevalentemente pianeggiante e occupata da aree agricole e industriali. Questo tratto ha decisamente un appeal minore e i centri sono di scarso interesse storico, finché non si giunge ad Augusta ( Ausburg). Augusta, con circa 260 000 abitanti è la terza città più grande della Baviera ( dopo Monaco e Norimberga), nonché la seconda città più antica della Germania (dopo Treviri, Trier). Augusta nel cinquecento fu uno dei centri finanziari e commerciali più grandi d’Europa, specialmente grazie alla presenza della famiglia Fugger, tra le più grande casate di banchieri della storia.

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Vista aerea di Augsburg ( in italiano Augusta). La terza città bavarese fu nel cinquecento una superpotenza finanziaria

Dopo Augusta si continua ancora nella Lechtal fino a Landsberg-am-Lech, famosa per essere stata il luogo di incarcerazione di Adolfh Hitler. Prossima tappa Hofenchurch. Da qui il paesaggio si rianima e si fa più bucolico e verdeggiante. I pascoli incominciano a sostituirsi ai campi di cereali. Schongau ci si presenta con la diga sul fiume Lech e il lago artificiale, mentre entriamo nella regione dell’Algau, ormai ai piedi delle Alpi. Passiamo per i piccoli e caratteristici paesini di Peiting, Rottenbuch, Wildsteig, Steingaden, Halblech, Schwangau. Lo stile edilizio cambia decisamente e si fa decisamente alpino, anche i paesi sembrano farsi più piccoli. Il tragitto termina a Fussen, ai piedi delle Alpi e al confine con l’Austria. Continuando verso sud si può raggiungere Reutte, Imst e il Tirolo.

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Villaggio delle Alpi Bavaresi. Questa regione ospita le uniche cime degne di nota dell’intera Germania. Tutte le montagne tedesche più alte di 1500 metri si trovano qui.

Clima

Il clima del territorio attraversato tende ad essere decisamente continentale. Aspettatevi quindi inverni rigidi ed estati calde, anche se non paragonabili a quelle ad esempio della Pianura Padana. Ricordatevi poi che l’altitudine media si attesta sui 200 metri nella zona di Wurzburg, sui 500 metri per gran parte del tragitto e 800 metri circa nella parte finale ai piedi delle Alpi. Sia a Nord che a Sud l’estate tende ad avere temperature massime sui 25 gradi. Temperature di molto sopra i trenta gradi sono infrequenti. Le temperature minime medie si aggirano sui 12-13 gradi anche nei mesi più caldi. Ciò vuol dire che difficilmente si hanno condizioni di caldo insopportabile. L’estate è probabilmente la stagione migliore per visitare la zona, anche se i temporali sono frequenti ed è la stagione più piovosa, particolarmente verso le Alpi, dove le precipitazioni sono più abbondanti. L’inverno vede spesso nevicate anche abbondanti e può essere suggestivo percorrere il panorama innevato. La stagione fredda può portare temperature massime anche sotto lo zero e fitte nebbie. D’autunno il clima si raffredda velocemente e già a settembre le temperature massime sono intorno ai venti gradi.

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Persone si godono una soleggiata giornata estiva su un lago bavarese.

Cosa Vedere

  • Wurzburg: Residenz. Patrimonio UNESCO. Questo palazzo enorme e fastoso fu realizzato da uno dei massimi esponenti del Barocco, Johann Balthasar Neumann, per il principe-vescovo di Wurzburg .Johann Philipp Franz von Schönborn. La costruzione durò 24 anni, dal 1720 al 1744. All’interno troviamo diversi affreschi del pittore veneto Giovanni Battista Tiepolo.
  • Fortezza di Marienberg ( Festung Marienberg): imponete fortezza situata sullo Schlossberg, nelle immediate vicinanze della città
  • Rothenburg-ob-der-Tauber: magnifica cittadina situata lungo la valle del fiume Tauber, a circa 425 metri di altitudine. Vanta notevoli testimonianze artistiche tra cui le mura, la Gerlachschmiede (fucina di Gerlach), la Chiesa di San Giacomo e la Marktplatz. Tra il 1274 e il 1803 fu una libera città imperiale all’interno del Sacro Romano Impero.
  • Nordlingen: città murata di forma circolare, tra le più interessanti della Germania. Si trova al centro del Nordlinger Ries
  • Augusta ( Augsburg in tedesco): è la terza città più grande della Baviera. Fu fondata nel 15 a.C dall’Imperatore Augusto come Augusta Vindelicum. E’ nota per la presenza della famiglia di banchieri Fugger. Dal luglio 2019 è patrimonio UNESCO. Tra i monumenti principali: la Fuggerei, la Basilica dei Santi Ulrico e Afra e la Sinagoga Ebraica.
  • Alto Corso del Lech e Lago di Fussen: area di notevole interesse paesaggistico, con prati a perdita d’occhio e vista sulle Alpi.
  • Chiesa del pellegrinaggio di Wies ( in tedesco Weiskirche): è un santuario di forma ovale che si trova ai piedi delle Alpi Bavaresi, nella municipalità di Steingaden. Venne costruita in stile rococò da Dominikus Zimmermann.
  • Castello di Neuschwanstein: Castello presso Fussen, abbarbicato su uno sperone di roccia. Fu realizzato per volontà del re di Baviera Ludovico II come ritiro personale, nonché come omaggio al grande compositore Richard Wagner. E’ uno dei castelli più famosi del mondo, riaperto nel 2013 dopo tredici anni di lavori. Ha ispirato diversi film Disney
  • Castello di Hohenschwangau: si trova di fronte al castello di Neuschwanstein. Risale al dodicesimo secolo, ma fu restaurato da Massimiliano II ( padre di Ludovico II) nel 1829. Nei suo pressi si trova il suggestivo lago chiamato Alpsee
Da Monaco al castello di Neuschwanstein: come arrivare
Il Castello di Neuschwanstein

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La “Way of the Roses”

La Way of the Roses (Strada delle Rose) è il percorso ciclabile di lunga percorrenza più recente sviluppato in Gran Bretagna. Si articola su una serie di strade secondarie, linee ferroviarie dismesse e percorsi ciclabili propri. Presenta una lunghezza complessiva di 270 chilometri e si sviluppa tra le contee di Lancaster e di York, nel Nord dell’Inghilterra. Il nome del percorso si deve alla Guerra delle Rose (War of the Roses), guerra che nel quindicesimo secolo oppose le dinastie di Lancaster e di York. Il percorso è stato sviluppato dall’associazione Sustrans e fa parte del National Cycle Network (Rete Ciclistica Nazionale del Regno Unito) come Ruote 69. La strada aprì nel 2010 e si sviluppa tra Morecambe ( Lancashire), sulla costa occidentale della Gran Bretagna e Bridlington ( Yorkshire) sulla costa orientale. Il percorso unisce il Mare d’Irlanda con il Mare del Nord. Il tragitto comprende le due storiche città di Lancaster e di York e attraversa paesaggi assai suggestivi come quelli del Parco Nazionale Yorkshire Dales, la zona di Nidderdale e i Yorkshire Wolds.

Lancaster - Visit Lancashire
Suggestiva vista aerea della città di Lancaster, dall’aspetto austero.

Percorso

Partendo da Morecambe il percorso segue prima il fiume Lune e poi il fiume Wenning. Successivamente si entra nel Parco degli Yorkshire Dales, dove si attraversa il suggestivo villaggio di Settle. Da qui il percorso compie la sua ascesa più ripida del Rye Loaf Hill prima di scendere su Airton. Da qui prosegue verso nord-est verso Grassington prima di seguire il fiume Wharfe. Il punto più alto si raggiunge presso Greenhow (altezza di 400 metri sul livello del mare) per poi discendere su Pateley Bridge ( borgo molto suggestivo) e il fiume Nidd. Questa zona è conosciuta come Niddardale ed è estremamente suggestiva. Si scende ancora su Ripon e da qui in poi il percorso si fa pianeggiante, attraversando York e Driffield. Solo dopo Pocklington il percorso si ravviva per una decina di chilometri attraversando gli Yorkshire Wolds. Il percorso termina a Bridlington.

Yorkshire Dales | VisitBritain
Parco Nazionale di Yorkshire Dales

Curiosità

È comune tra i ciclisti britannici compiere un singolare atto per certificare il completamento del percorso. Essi infatti pongono, alla partenza, la ruota posteriore nelle acque del Mare d’Irlanda e all’arrivo, quella anteriore nelle acque del Mare del Nord.

Settle to Malham with Rye Loaf Hill | The Adventures of a Mountain ...
Rye Loaf Hill, il punto più alto dell’itinerario

Preparazione e Consigli

Il clima dei territori attraversati può essere considerato tutto sommato gradevole, specialmente se si considera il fatto che ci troviamo ad una latitudine di ben 54 gradi Nord, paragonabile a quella del Sud della Danimarca. Il clima è diviso grossomodo in due parti dalla catena dei Monti Pennini ( Pennines). L’area a occidente di essi ( Lancashire) è più piovosa e ventosa mentre l’area ad est ( North Yorshire) è più secca e meno ventosa. Notare che l’area dei monti è la più fredda, ventosa e piovosa di tutte. In estate l’area occidentale è più fresca e piovosa, mentre quella orientale più calda e secca.

York — the best place to live in the UK 2018 | Best Places to Live ...
La città di York, uno dei massimi centri storici dell’Inghilterra. E’ dopo Canterbury il massimo centro religioso del paese

In inverno i ruoli si invertono e l’area orientale risulta decisamente più fredda, in virtù del clima continentale. In primavera le aree vicino al mare del Nord possono essere assai fredde a causa delle brezze marine. In questa stagione si ha spesso sulle coste il fenomeno della nebbia costiera. Il periodo migliore per compiere l’itinerario è probabilmente l’estate. Le temperature medie massime in questa stagione sono di circa 20-22 gradi per le aree pianeggianti. Gli eccessi di calore sono rari. Le temperature, a differenza del Sud dell’Inghilterra, raramente superano i trenta gradi. La primavera è la stagione più soleggiata lontano dalle coste, anche se può essere ancora freddina a volte. L’autunno e l’inizio dell’inverno sono i mesi più piovosi. Dato la ventosità notevole e la provenienza generalmente occidentale dei venti è preferibile compiere il percorso da ovest verso est.

VIDEO: Hundreds of people soak up the sun on Bridlington beach in ...
Il lungomare e la costa di Bridlington
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Il Percorso Ciclabile Parigi-Londra

La Ciclabile Parigi-Londra(chiamata anche Avenue Verte in francese, ovvero Viale Verde) è un percorso di 470 chilometri circa che unisce le due capitali di Francia e Regno Unito. Realizzato in occasione delle Olimpiadi di Londra del 2012, questo percorso unisce due città uniche. Queste due città sono infatti allo stesso tempo le due città più grandi d’Europa, due delle città più visitate al mondo e due dei principali centri culturali, commerciali e finanziari del pianeta. Non sorprende quindi che Londra e Parigi facciano parte del ristretto club delle città globali “Alfa”.

P2L: da Parigi a Londra lungo l'Avenue Verte - FIAB Verona

Percorso

Il punto di inizio a Parigi si trova nientemeno che nella piazza della cattedrale di Notre-Dame, simbolo della capitale francese nonché monumento conosciuto in tutto il mondo. Che dire di Parigi? La ville lumiere da sola possiede il patrimonio storico, la ricchezza e la magnificenza di interi stati. Dopo un periplo tra le vie della città il percorso si indirizza lungo il canale Saint-Martin, che permette di lasciare il centro cittadino. Si giunge quindi sulla “Promenade Blue”, lungo le rive della Senna.

The Canal Saint-Martin Neighborhood in Paris
Il Canale Saint-Martin, luogo molto frequentato dai giovani parigini.

Si discende quindi la Senna in direzione del Mare, arrivando a Maison-Laffitte. La seconda tappa ci porta da Maison-Laffitte a Chaussy e qui il paesaggio cambia decisamente: si attraversa in bicicletta la Foresta di Saint-Germain-en-Laye ( famosa per il trattato che nel 1919, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, portò allo smembramento dell’Impero Austro-Ungarico) e poi il Parco Naturale Regionale del Vexin Francais, sempre all’interno di un paesaggio fittamente boscato.

La terza tappa va da Chaussy a Gisors ed è sicuramente una delle tappe più suggestive: piccoli stagni, canali e aree umide accompagnano l’itinerario. La tranquillità della vallata del fiume Epte contrasta con il villaggio di Giverny, dall’offerta turistica importante.

Vers un parc naturel interrégional du Pays de Bray ? - Le Parisien
Paesaggio nella Valle dell’Epte.

Alla fine del tracciato si raggiunge Gisors, sede di un grande castello, un tempo luogo di frontiera franco-normanna. La tappa successiva (la quarta) porta fino a Saint-Germer-de-Fly attraverso le colline del Vexin, ad un altitudine media di circa 180 metri. Dopo Saint-Germer si entra nel Pays de Bray e in Normandia, in un paesaggio caratterizzato dal tipico “bocage” normanno. Forges-les-Eaux si presenta come una graziosa località termale, dotata anche di un proprio casino.

Proseguendo ancora il paesaggio si fa tipicamente normanno, tra piantagioni di mele e vacche al pascolo. Il Cuore del Pays de Bray ha visto la nascita dell’Avenue Verte, lungo la ferrovia oggi dismessa che collegava Parigi con Dieppe. Raggiungendo Dieppe si giunge finalmente sul mare del Canale delle Manica (la Manche in francese, the Channel in inglese). La cittadina, situata sulla Cote d’Albatre presenta nei dintorni stupende falesie di gesso bianco. Dieppe è la località sulla Manica più vicina a Parigi.

Paysage du Pays de Bray - Nikon D7000
Il bucolico paesaggio del Pays de Braye, dominato dal tipico “bocage” normanno. L’allevamento è qui un’attività di primissimo piano.

Attraversata la Manica si sbarca nel piccolo porto di Newhaven, nella contea del Sussex, tra Eastbourne e Brighton. Questo luogo è famoso per essere il più soleggiato d’Inghiterra, con quasi 1900 ore di sole all’anno (valore paragonabile a Milano). Dopo Newhaven si può ammirare il pazzesco paesaggio delle falesie delle Seven Sisters e di Beachy Head, una falesia di bianco calcare alta 162 metri sul mare. Lasciata la costa ci si addentra nell’interno, raggiungendo Heathfield. Da qui si raggiunge la zona detta del “High Weald”, zona collinare ondulata e verdissima, dove  il percorso alterna salite e discese. Il percorso segue qui due antiche strade ferrate: il “Cuckoo Trail” e la “Forest Way”. 

Viaggio a Seven Sisters e Beachy Head: meravigliose e maledette ...
Un tipico cottage del Sussex con sullo sfondo le falesie delle Seven Sisters, presso Eastbourne.

La Worth Way è un percorso che ha preso il posto dell’antica via ferrata che congiungeva Turnbridge con Crawley: la si segue in un paesaggio ameno ma molto urbanizzato, notando l’avvicinarsi della metropoli britannica ( Crawley ospita l’aeroporto di Londra-Gatwich). La vicinanza della grande metropoli si fa sentire ma anche qui, come a Parigi, l’arrivo in città è stemperato dal verde dei parchi e dei boschi. L’ultima tappa va da Redhill al centro di Londra. Prima del centro urbano la natura è però ancora padrona: presso Rook Lane, già nell’area di Greater London, si raggiunge il punto in assoluto più alto dell’itinerario ( circa 200 metri). Le colline tengono compagnia il ciclista ancora per un po’, permettendo viste spettacolari della città da un punto di vista rialzato.

How London's Hills Got Their Names | Londonist
Il centro di Londra e i suoi grattacieli visto dalle colline di Rook Lane. Ci troviamo qui a circa 20 chilometri in linea d’aria dai grattacieli, a circa 190 metri sul livello del mare ( contro i 20-30 di Londra centro). Ci troviamo già nel comune di Londra ( Greater London), dandoci una dimostrazione di quanto sia grande la capitale britannica.

Dopo avere attraversato l’anonima zona di Clapham, con le sue infinite linee ferroviarie e le fabbriche dismesse o reinventate, si attraversa il Tamigi sul Battersea Bridge. Forse lasciando un po’ di delusione, il percorso non termina in un luogo come  Piccadilly Circus o Buckingham Palace, bensì nei pressi della stazione di London-Waterloo, luogo di partenza degli Eurostar che collegano Parigi con Londra tramite il Tunnel della Manica.

Londra, così come Parigi, è talmente conosciuta da meritare poche presentazioni. Chi non ha mai sentito parlare del Big Ben o di Harrods? Londra però non è solo la capitale del leisure e dell’entertainment, ma anche il cuore economico del Commonwealth e per certi versi, del mondo intero. Secondo diversi report Londra sarebbe infatti insieme a New York il principale centro finanziario del pianeta.

Lo skyline di Londra da un ponte sul Tamigi. Si nota la gran quantità di grattacieli, quasi tutti costruiti negli ultimi 15 anni. Sullo sfondo, la cupola di Saint Paul e la City, cuore finanziario londinese.

Clima e Consigli

Per quanto riguarda il clima delle zone attraversate, esso può essere considerato di tipo atlantico. Le piogge sono frequenti in qualunque stagione, sia sul lato inglese che su quello francese. Nella stagione estiva le zone interne della Francia tendono ad essere generalmente più calde di quelle inglesi, specialmente nel bacino parigino. Nonostante ciò, anche nel bacino di Londra, le temperature in estate possono superare agevolmente i trenta gradi. Le zone più fresche sono le alture e le zone costiere, dove le brezze spesso mitigano la calura. In queste zone le  temperature possono essere fresche in qualunque stagione. Il periodo autunnale e inizio invernale è il più piovoso e ventoso in tutte le zone attraversate. Il vento può soffiare molto intenso in tutti i mesi dell’anno, specie presso le coste.

Nebbia costiera avvolge le coste del Canale della Manica

La stagione più soleggiata è la primavera, anche se le temperature (specie minime) possono risultare ancora decisamente freddine. Il periodo consigliato per percorrere il tragitto è l’estate, evitando i momenti di massimo calore. Le temperature massime estive (medie) sono nell’ordine dei 25 gradi a Parigi e dei 23 gradi a Londra. A Dieppe si aggirano sui 20 gradi.

About London Prepared | London City Hall
Magnifica giornata di sole a Londra. Nonostante i luoghi comuni, Londra non è sempre cupa e piovosa.

Note negative ma anche positive sono il tempo variabile e la pioggia. Il rincorrersi delle nuvole, l’alzarsi e il cessare del vento, la pioggia che bagna il terreno e l’arcobaleno al tramonto sono tutte emozioni incredibili che probabilmente proverete. Forti i contrasti tra le due metropoli mondiali e i loro tranquilli dintorni. Gli italiani che percorreranno tale tratta saranno poi stupefatti dalla quantità di bestiame allevato all’aria aperta, anche vicino alle città più grandi. Insomma, il percorso dell’Avenue Verte non deluderà certo il cicloturista: città, opere d’arte, castelli, falesie, campagne una più bucolica dell’altra e tanto altro vi aspettano su questo itinerario.

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La Ciclabile Peschiera-Mantova

La pista ciclabile Peschiera-Mantova è un percorso ciclabile di 44 chilometri che si sviluppa tra il Veneto e la Lombardia, precisamente tra le province di Verona e di Mantova. Si tratta di un percorso completamente asfaltato e su sede propria. Completata nel 2006, questa ciclabile rappresenta uno dei percorsi ciclabili più conosciuti d’Italia. Si sviluppa completamente in territorio pianeggiante, rendendo la percorrenza semplice ed agevole. Può essere percorsa, in caso di bel tempo, praticamente in ogni stagione, ovviamente con abbigliamento ed equipaggiamento adeguato. Si sconsiglia però il periodo invernale, quando spesso le giornate possono essere rigide (specialmente in caso di nebbia). Da evitare anche i mesi estivi, visto che il percorso è quasi sempre esposto al sole e la zona attraversata vede temperature massime decisamente elevate.

Cosa vedere a Peschiera del Garda in un giorno | SiViaggia | SiViaggia
Peschiera del Garda ( provincia di Verona), punto di partenza della ciclabile

Si parte da Peschiera del Garda, in territorio veneto. Questa località è famosa per essere stata un’importantissima piazzaforte militare, prima sotto Venezia e poi con Napoleone e gli austriaci. Peschiera del Garda è anche nota più prosaicamente per essere una frequentatissima uscita autostradale, porta del Garda veronese nonché del famosissimo parco divertimenti di Gardaland. Mettete quindi in conto come in alcuni periodi possa essere incredibilmente frequentata, e che le code sono qualcosa con cui convivere. Se aggiungiamo poi il fattore climatico prima ricordato consiglierei di intraprendere questo percorso nelle stagioni intermedie, possibilmente non durante i week-end.

monzambano-dal-mincio - Monzambano Tourist
Il centro abitato di Monzambano, appena sopra il fiume Mincio

Per raggiungere la pista ciclabile si deve uscire da Porta Brescia e seguire un filare di pioppi che indica la via del fiume. Qui si comincia a pedalare sulla pista ciclabile, inizialmente sempre lungo il fiume Mincio, emissario del Lago di Garda, dalle magnifiche acque color turchese. Si raggiunge la diga di Salionze e si pedala in un ambiente caratterizzato dalle colline moreniche a sud del Lago di Garda. Il primo paese raggiunto è Monzambano, in provincia di Mantova. Assai interessanti le opere di derivazione idraulica dal fiume, tra cui il Canale Virgilio, che scorre sempre vicino al Mincio. Dopo Monzambano giungiamo a Valeggio sul Mincio (Verona), dove si può ammirare una delle attrattive maggiori dell’itinerario: il nucleo di Borghetto, con i suoi mulini e i suoi ponti sul Mincio, incastonato di un ambiente naturale di raro pregio. Sempre a Valeggio merita una visita il Parco e Giardino Sigurtà, il più grande parco privato d’Italia, le cui fioriture di milioni di specie floristiche attirano grande interesse.

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L’idilliaco centro di Borghetto, Valeggio sul Mincio

Dopo Valeggio finiscono i colli morenici e il paesaggio si ampia a perdita d’occhio nella pianura mantovana. Passato Pozzolo sul Mincio la ciclabile abbandona il fiume e percorre il canale detto Scaricatore Pozzolo-Maglio, in una piana agricola senza particolare interesse. Raggiunto Soave si percorre un altro canale, il Diversivo Mincio. Nei pressi di Soave si può ammirare la Riserva Naturale Bosco Fontana, riserva statale che tutela uno degli ultimi lembi ben conservati di foresta ripariale padana, habitat che prima della colonizzazione romana ricopriva gran parte della Pianura Padana. Il bosco ha un’estensione di 230 ettari e al suo interno presenta una palazzina di caccia costruita da Vincenzo primo Gonzaga, duca di Mantova. Ancora pochi chilometri e si raggiunge Mantova, una delle più belle città d’arte d’Italia, patria della dinastia dei Gonzaga. Oltre a visitare i monumenti della città ( tra cui lo splendido Palazzo Te) da non perdere i Laghi di Mantova e le crociere in battello fluviale.

Riserva Naturale Statale Bosco della Fontana | Colline Moreniche del Garda
Bosco Siro Negri visto dall’alto

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Il Percorso ciclabile del Canale Villoresi

Il Canale Villoresi è un canale irriguo di 86 chilometri che percorre la Lombardia Occidentale, tra le provincie di Varese, Milano e Monza e Brianza. Questo canale nasce dalla diga del Panperduto, sul fiume Ticino, situata in località Maddalena di Somma Lombardo (provincia di Varese). Prosegue fino al fiume Adda, dove sfocia nel comune di Cassano d’Adda. Con la sua portata di circa 70 metri cubi al secondo nei mesi irrigui, è uno dei più grandi canali italiani in termini di portata d’acqua.

Le rive del Villoresi ospitano un interessante percorso ciclabile, che si sviluppa però solo dal Panperduto a Monza. Il tratto da Monza al fiume Adda è purtroppo non realizzato. Il percorso si articola in due parti: la parte occidentale, dal Panperduto a Garbagnate Milanese, e la parte orientale, tra Garbagnate Milanese e Monza. La prima parte misura ben 48,1 chilometri, mentre la seconda 20,1, per un totale di 68,2 chilometri complessivi.

Il Canale Villoresi - Navigli Reloading
La Presa del Panperduto. Qui nasce il Canale Villoresi ( in primo piano). Il secondo canale è il Canale Industriale

Consigli

Il percorso non è una pista ciclabile, bensì un percorso ciclo-pedonale promiscuo, bisognerà quindi fare ben attenzione ai numerosi pedoni. In secondo luogo, il canale, avendo un preciso scopo irriguo, presenta acqua solo nel periodo di irrigazione (all’incirca da metà aprile a metà settembre), mentre nella stagione fredda è quasi completamente asciutto. Dato che l’acqua corrente è sicuramente uno degli elementi di maggior fascino del tragitto, sarà meglio percorrere il canale nei mesi irrigui. Bisogna anche tenere presente che la portata del canale si riduce progressivamente da ovest verso est. A Castano Primo, ad esempio, il canale Villoresi si presenta come un grande e impetuoso canale, mentre a Monza si riduce notevolmente in grandezza e portata d’acqua. Gran parte del percorso si trova scoperto, anche se non mancano i tratti ombreggiati. Sarà quindi meglio evitare le giornate più calde. Uno dei periodi migliori per il percorso è la tarda primavera, quando il canale è ricco d’acqua e le temperature non sono ancora troppo calde.

Si tuffa nel Villoresi: grave un giovane - LegnanoNews
Il Canale Villoresi a Castano Primo

Percorso

Prima Parte

Canale Villoresi - Tornavento - InOgniDove.it
Il Canale Villoresi a Tornavento

Il primo tratto va dalla diga del Panperduto fino alle porte di Castano Primo. Partendo dalle chiuse del Panperduto si prosegue in direzione sud, passando presso la frazione Maddalena di Somma Lombardo e attraversando la Brughiera del Dosso. Successivamente si arriva presso la frazione Castelnovate di Vizzola Ticino e si passa vicino alla Centrale Idroelettrica di Vizzola Ticino. Proseguendo ancora si raggiunge Tornavento,(dove si origina il Naviglio Grande), borgo estremamente caratteristico disposto in posizione panoramica sopra la Valle del Ticino. Dopo Tornavento il canale piega decisamente verso est, lasciandosi alle spalle la valle del fiume e aprendosi su vasti spazi agricoli. I comuni attraversati sono quelli di Somma Lombardo, Vizzola Ticino, Lonate Pozzolo, Nosate e Castano Primo. Questo tratto è caratterizzato da ambienti assai suggestivi e poco urbanizzati, legati alla valle del fiume e al suo parco naturale. Boschi si alternano a brughiere, zone coltivate e prati. Il fiume non è mai troppo lontano e la vegetazione rende questo tratto il più ombroso del percorso.

Canale Villoresi - itinerario e traccia gps - MTBMonza.it
Acque nel Parco del Ticino, presso Vizzola. Sulla destra il Villoresi, sulla sinistra il Canale Industriale.


Seconda Parte

Il secondo tratto va dalla cittadina di Castano Primo alle porte di Parabiago. Questo tratto è indubbiamente meno naturale del primo, le aree boschive attraversate sono poche e frammentate. Elemento centrale del percorso è l’attraversamento di diverse cittadine e paesi allineate lungo il corso del canale: Castano Primo, Buscate, Arconate e Busto Garolfo. Queste realtà sono dei nuclei urbani molto compatti, caratteristica tipica dei borghi agricoli e appena fuori da essi la campagna prende subito il sopravvento. Punto logistico importante è la stazione FN di Castano Primo.

Canale Villoresi - Arconate: ponte - InOgniDove.it
Il Canale Villoresi ad Arconate

Terza Parte

Il terzo tratto va da Parabiago alla frazione Cinzano di Limbiate. Questa tratta è caratterizzata per la grande variabilità di ambienti attraversati, che alternano aree agricole a zone residenziali e industriali. La vicinanza con la grande metropoli milanese si incomincia a sentire, anche se l’urbanizzato in questa tratta non è ancora così soverchiante come in Brianza. Interessante in questa tratta l’attraversamento di molti corsi d’acqua ( fiume Olona, torrente Bozzente, torrente Lura, torrenti delle Groane). Si attraversano altresì importanti assi di comunicazione, come la Statale del Sempione, l’Autostrada A8 dei Laghi e la Strada Statale Varesina.

Canale Villoresi - Lainate - InOgniDove.it
Canale Villoresi a Lainate

I comuni attraversati sono Parabiago, Nerviano, Lainate, Arese e Garbagnate Milanese. Punti di interesse sono Il Parco dei Mulini a Nerviano, Villa Litta ad Arese e il Parco delle Groane. Presso Castellazzo di Bollate si può visitare un’altra villa assai famosa: villa Arconati. Interessante la diramazione dal Villoresi, presso la stazione di Garbagnate-Parco Groane della Via d’Acqua Nord. Questo nuovo percorso idrico, costruito in occasione di EXPO Milano 2015, porta le acque del Villoresi al complesso sorto in occasione dell’Esposizione Universale. Punti logistici da tenere in conto sono la stazione FS di Parabiago, ad appena un centinaio di metri dal canale, e quella FN di Garbagnate-Parco Groane, praticamente attaccata alla linea.

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Il Canale Villoresi nel Parco delle Groane

Quarta Parte

Il quarto tratto va da Cinzano di Limbiate a Monza. Il paesaggio si fa qui decisamente più urbanizzato e generalmente manca di particolari valori estetici o ambientali. Si attraversa il cuore della Brianza, a nord del capoluogo milanese. Non mancano però sorprese positive come l’Oasi dei Gelsi tra Varedo e Nova Milanese o il Parco del Grugnotorto-Villoresi. Questo tratto è comunque interessante a livello urbanistico per l’occhio attento e critico del territorio. In questo pezzo si attraversano i comuni di Limbiate, Varedo, Palazzolo Milanese, Nova Milanese, Muggiò e Monza. Tra Palazzolo Milanese e Nova Milanese il percorso attraversa la Ferrovia Milano Chiasso, il Torrente Seveso e la Superstrada Milano-Meda. Interessante la città di Monza, con il centro storico, Il Duomo e la Villa Reale con l’annesso grande parco.

Parco Grugnotorto Villoresi - Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano,  Varedo, Bovisio Masciago
Il Canale Villoresi nel Parco del Grugnotorto-Villoresi

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La Greenway del Naviglio della Martesana

La Greenway della Martesana è un percorso ciclabile completamente asfaltato situato per sua interezza nella Provincia di Milano. La sua lunghezza complessiva è di circa 35 chilometri. Essa prende il nome dal Naviglio della Martesana (detto anche “naviglio piccolo” per distinguerlo dal Naviglio Grande a ovest di Milano), il cui corso la ciclabile segue fedelmente.

Trezzo sull'Adda
Immagine panoramica di Trezzo sull’Adda

Storia

Questo canale, costruito tra il 1457 e 1460, connetteva il fiume Adda presso Trezzo a Milano, dove terminava nel cosiddetto “tombone di San Marco”, oggi interrato. Il congiungimento definitivo con la cerchia interna della città avvenne però solo nel 1496. Durante la sua epoca d’oro, all’inizio dell’Ottocento, era una via commerciale importantissima tra Milano e la bergamasca e la valle dell’Adda e vedeva un flusso discendente di 1900 natanti all’anno. Persa la funzione logistica, rimase quella irrigua. Ancora oggi il Naviglio della Martesana irriga circa 24.000 ettari di terreno nelle campagne del milanese orientale. Caratteristica unica della Martesana è il limitatissimo dislivello tra l’imbocco e la fine: si tratta di soli 19 metri di quota in circa quaranta chilometri di percorso.

Il Tombone di San Marco - Navigli Reloading
Immagine storica del Tombone di San Marco

Percorso

Il percorso ciclabile, se vogliamo seguire la corrente, parte da Trezzo sull’Adda, poco a valle del viadotto autostradale dell’autostrada Milano-Bergamo. Questo luogo non è lontano dal noto sito patrimonio UNESCO di Crespi D’Adda, situato dall’altro lato del fiume su suolo bergamasco. Il fiume Adda ha qui un aspetto maestoso, incassato tra due alte sponde ricoperte di vegetazione. Il canale scorre quindi verso sud, parallelo al fiume, incontrando il Santuario di Concesa, il ponte di Canonica e la grande ruota di ferro di Groppello.

Concesa non è un'escrescenza di Trezzo - IO PRIMA DI ME
Il santuario di Concesa, nel comune di Trezzo d’Adda. In primo piano il Naviglio della Martesana e il fiume Adda. Sullo sfondo si notano le ciminiere del complesso di Crespi d’Adda.

Poco prima di Cassano d’Adda il canale compie una curva di novanta gradi (detta “la Volta”) che lo indirizza verso ovest, in direzione di Milano, su un percorso molto vicino a quello della Strada Statale 11 Padana Superiore. Interessante in questo comune il gioco delle acque, dato che oltre alla Martesana si riversa qui nell’Adda il canale Villoresi (o meglio quelle poche acque che gli restano). Ha qui origine anche il Canale della Muzza. Dopo Cassano incontriamo Inzago (ricco di ville nobiliari), Gessate (dove vi è il capolinea della linea 2 della Metropolitana milanese, “la verde”) e Gorgonzola. In questo tratto il canale scorre nella zona di demarcazione tra l’alta pianura asciutta e la bassa pianura irrigua (situata prevalentemente a sud del canale), in un ambiente caratterizzato da campi scanditi da bassi filari.

Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Gorgonzola) - Wikipedia
La maestosa parrocchiale di Gorgonzola

Gorgonzola, anticamente principale centro della zona e oggi nota soprattutto per aver dato i natali al formaggio omonimo. Interessante la parrocchiale neogotica, capolavoro di Simone Cantoni. Dopo Gorgonzola la ciclabile passa per Cassina de’ Pecchi, Cernusco sul Naviglio e Cologno Monzese. Mentre il primo e l’ultimo sono noti, assai prosaicamente, per rispettivamente una fermata della metropolitana e la sede dell’emittente Mediaset di Silvio Berlusconi, la località intermedia presenta una grande attrattiva nelle ville storiche situate a poca distanza dal naviglio (come Villa Uboldo, Villa Scotti, Villa Ferrario, Villa Biancani-Greppi e Villa Alari-Visconti).

Cernusco apre le porte di Villa Alari per un fine settimana da ...
Villa Alari a Cernusco sul Naviglio

Dopo Cologno Monzese la ciclabile entra nel comune di Milano, transitando per i quartieri di Crescenzago, Gorla, Turro e Greco. Lungo Viale Padova, già nel centro di Milano, si hanno le ultime belle ville, con lussureggianti giardini. In Via Melchiorre Gioia, presso il luogo denominato anticamente “Cassina de’Pomm”, la Martesana si inabissa nel sottosuolo di Milano, da qui in poi scorrerà interrata sotto la metropoli, raggiungendo i bastioni di Porta Nuova. La ciclabile vera e propria termina in Via Melchiorre Gioia, anche se si può continuare a pedalare lungo la rete ciclabile della città di Milano.

Ciclabile del Naviglio della Martesana - La Natura alle Porte di ...
Tratto della greenway nel territorio di Milano

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Petrolio in Pianura Padana: il giacimento di Villafortuna-Trecate e la raffineria di San Martino di Trecate

Pochi sanno che nella Pianura Padana Occidentale, tra Milano e Torino, a ovest della Valle del Ticino, si trovava uno dei giacimenti petroliferi più grandi d’Italia. Il giacimento di Villafortuna è situato nel comune di Trecate, in provincia di Novara. Fu scoperto nei primi anni 80 e la produzione incominciò nel 1984. Le riserve inizialmente stimate erano pari a circa 300 milioni di barili. La produzione, nel 1997, raggiunse il valore massimo: ben 85 mila barili al giorno. Da quel giorno la produzione è andata drasticamente calando, fino a circa 1200 barili al giorno nel 2014. In vent’anni questo giacimento ha fruttato alle casse dei comuni in cui sono situati i pozzi (oltre a Trecate anche Romentino e Galliate) circa 260 milioni di euro di royalties. Durante l’estate del 2016 la produzione è definitivamente cessata, dato l’esaurimento del giacimento. Il giacimento di Trecate è caratterizzato dall’incredibile profondità del giacimento: in alcune aree a elevata produzione come i paesi del Golfo Persico, i giacimenti si trovano a poche centinaia di metri sottoterra, nel caso di Trecate, le trivellazioni scendevano fino a oltre 5000 metri di profondità!

Immagine di un pozzo petrolifero ormai dismesso nel territorio trecatese

 Questo territorio ospita però anche un altro gigante petrolifero: la raffineria di San Martino (frazione di Trecate), attiva dal 1952. Si tratta, dopo la Raffineria di Sannazaro de’ Burgondi (in Lomellina, provincia di Pavia) della raffineria più grande dell’Italia Settentrionale e Centrale. Oltre a Sannazaro, altre poche raffinerie in Italia (come quelle di Milazzo e Augusta in Sicilia, o quella di Sarroch, in Sardegna) possono vantare una simile produzione (pari nel 2010 a circa 174 mila barili al giorno). Essa occupa una superficie di circa un milione di metri quadrati (100 ettari, oppure 1 chilometro quadrato) e impiega direttamente circa quattrocento persone. Il petrolio arriva alla raffineria direttamente dal porto petrolifero di Vado Ligure, tramite oleodotto, a partire dal terminale di Quiliano. Il petrolio è inizialmente immagazzinato a Quiliano, e poi spedito a Trecate. Ogni anno, circa 75 petroliere vengono ricevute al terminale di Quiliano. I prodotti petroliferi raffinati vengono a loro volta distribuiti tramite autobotti, oppure tramite altri oleodotti, diretti rispettivamente a otto depositi situati in Lombardia e Piemonte. Un oleodotto collega anche la raffineria con l’Aeroporto delle Malpensa, fornendone la totalità del carburante. Ogni giorno, circa duecento autobotti escono dalla raffineria. Ogni anno, circa novemila carri ferroviari carichi di petrolio raffinato vengono spediti ad altri depositi.

La raffineria di Trecate, situata in località San Martino

L’incidente del 1994

La presenza di un’industria petrolifera tanto consistente ha provocato nel corso degli anni fenomeni di grave inquinamento ambientale. Diversi incidenti legati all’industria petrolifera hanno purtroppo interessato l’area, il più grave di tutti avvenuto il 28 febbraio del 1994. Quel giorno, alle ore 15,30 del pomeriggio un pozzo, denominato Trecate 24 e situato in località Cascina Cardana esplose, proiettando un getto alto cento metri di petrolio, sassi, terra e acqua. Durante l’esplosione, a Trecate piove e il petrolio si mischia all’acqua, andando a depositarsi sulle superfici. Circa 400-500 metri cubi di petrolio al giorno vengono nebulizzati insieme alla pioggia. Fortunatamente piove anche il giorno successivo e si evita un potenziale pericolo di esplosione. I tecnici chiamati non riescono a risolvere il problema, data l’eccezionale profondità del pozzo. Fortunatamente, il 2 marzo, il pozzo si blocca da solo. Lo scenario che si presenta è desolante, tutto è ricoperto da una patina oleosa: strade, campi, abitazioni. Durante i giorni precedenti il paese era stato completamente isolato dal mondo esterno, la ferrovia e la statale 11 erano chiuse sul territorio comunale. Nonostante i danni, sarebbe potuto andare peggio: alla fine il pozzo ha eruttato petrolio per soli due giorni, mentre all’inizio i tecnici riferirono che il pozzo avrebbe potuto riversare petrolio per settimane.

L’incidente di Trecate

Altri incidenti hanno riguardato nel corso del tempo la vicina raffineria di San Martino: il 31 agosto 2009 si ebbe un incendio alla struttura, l’anno successivo si ebbe un ulteriore incendio in data 11 settembre. In tempi recentissimi, il 15 aprile 2020 un nuovo incidente ha colpito la struttura, incendio fortunatamente di piccole proporzioni e immediatamente domato.

Risorse energetiche: gli idrocarburi in Italia

L’Italia è un paese notoriamente povero di idrocarburi e fonti energetiche. Nonostante questo, l’Italia possiede dei giacimenti petroliferi e di gas naturale? Certo che sì e nonostante essi non siano giganteschi (e ben lontani quantitativamente dal poter soddisfare i bisogni complessivi del paese), non sono neanche trascurabili. Per quanto riguarda il petrolio, la produzione complessiva italiana nel 2019 è risultata essere pari a 70.675 barili al giorno. A livello mondiale, la produzione è stata pari a circa 80 milioni di barili. A livello pro-capite si tratta di 1189 barili di petrolio prodotti per ogni milione di abitanti al giorno in Italia (a livello mondiale la media è di 10.978 barili). L’Italia è solo il quarantacinquesimo produttore mondiale, eppure, nonostante l’esiguità della produzione, il nostro paese è il quinto produttore europeo, alle spalle di Norvegia, Regno Unito, Romania e Danimarca. La Norvegia, in particolare, ha avuto nel 2019 una produzione pro-capite pari ad oltre 300.000 barili per milione di abitante al giorno, un valore altissimo. Si tratta di una produzione di petrolio di 46,6 kg per residente norvegese al giorno. In Italia, per produrre un barile ogni residente, si impiegano all’incirca due anni e mezzo. Per quanto riguarda il gas naturale, la produzione si aggira sui cinque miliardi di metri cubi all’anno, che pongono l’Italia anche in questo campo al quinto posto in Europa, dietro a Norvegia, Olanda, Regno Unito e Germania. L’Italia è quindi il quinto produttore europeo sia di petrolio che di gas naturale.

Il centro oli di Tempa Rossa ( comune di Corleto Perticara, Basilicata). Questo giacimento, da pochi mesi in funzione, quando completamente a regime, estrarrà 50.000 barili di petrolio al giorno.

Gas naturale

Nel 2019 la produzione di gas naturale è stata pari a 4 miliardi 943 milioni di metri cubi, con massimo a gennaio e marzo e minimo a giugno, settembre e novembre. La produzione in mare ( off-shore) è stata maggiore di quella su terra-ferma: 2 miliardi 927 milioni contro 2 miliardi 55 milioni di metri cubi. La produzione è molto concentrata: circa un miliardo e mezzo di metri cubi sono stati prodotti nella sola regione Basilicata. Su terra-ferma, le altre regioni più produttive sono L’Emilia-Romagna e la Sicilia, con 166 milioni e 178 milioni rispettivamente. Seguono Molise e Puglia con circa 70 e 80 milioni. La produzione in altre regioni è assai poco significativa e maggiore in Lombardia. Per quanto riguarda le zone marine, esse sono divise in quattro aree, denominate zona A, zona B, zona C e zona D. La produzione è maggiore nella zona A (Alto-Adriatico), dove la produzione è stata di un miliardo 645 milioni di metri cubi, seguono la zona B (Canale di Sicilia) e la zona C. La produzione è quasi completamente assente invece nel Tirreno e nel Mar Ligure.

La piattaforma denominata Calipso, di proprietà dell’Eni, nell’Alto Adriatico. Nelle acque di questa porzione di mare si estrae la quantità maggiore di gas naturale a livello italiano.

Petrolio

Nel 2019 la produzione petrolifera nazionale è stata di 4 miliardi 268 milioni di kg. La produzione terrestre è qui decisamente dominante, dato che riguarda 3 miliardi 819 milioni di kg. La produzione marina è stata di 448 milioni di kg. La Basilicata ha prodotto, da sola, circa 3 miliardi 304 milioni di kg. La Sicilia segue da molto distante con 454 milioni di kg. Produzioni molto risibili si hanno poi in Emilia-Romagna e Piemonte. A livello marino, la maggior parte della produzione è concentrata nel Canale di Sicilia.

Il centro-oli di Viggiano ( PZ), nella Val d’Agri ( Basilicata). Attivo dal 2001, produce circa 104.000 barili al giorno. Si tratta del più grosso giacimento on-shore ( su terra ferma) di tutta l’Europa Occidentale.

L’Alluvione della Valtellina del luglio 1987

Nel luglio del 1987 diverse aree dell’Arco Alpino furono flagellate da inondazioni e smottamenti, a causa di un’intensa ondata di maltempo. L’area che subì i maggiori danni fu la Valtellina, dove due frane provocarono molti morti e danni ingenti. A causa dei danni subiti dalla valle, questo evento passò alla storia come l’Alluvione della Valtellina.

Evoluzione meteorologica

I giorni precedenti l’alluvione furono caratterizzati da tempo stabile e caldo, con afa decisamente intensa. La temperatura massima raggiunta a Milano Linate fu di 32,6 gradi, valore comunque tutt’altro che eccezionale per i tempi odierni. All’epoca era però un valore da ondata di calore decisamente intensa. La dinamica meteorologica che portò all’alluvione incominciò il 15 luglio.

15 luglio

Nella giornata del 15 luglio si forma una depressione atlantica a Sud dell’Islanda, il cui minimo pressorio risulta essere di 990 hPa. Si crea quindi una saccatura che sprofonda sull’Atlantico a Ovest dell’Irlanda, dando origine a correnti occidentali che già il 15 impattano l’Arco Alpino. Questo provoca i primi temporali, con accumuli diffusi su tutta l’Alta Lombardia, anche se con quantitativi modesti (meno di 20mm). Le temperature rimangono molto alte e la pioggia cade fino alle quote più elevate (inizialmente anche sulla cima del Bernina).

16 luglio

La depressione si espande verso sud, in direzione del Golfo di Biscaglia e trasla verso occidente in direzione delle isole Britanniche. Un primo cavo d’onda raggiunge le Alpi. Piogge più consistenti interessano la Valchiavenna e le Alpi Orobie ( 35,7 mm a Chiavenna, 35 mm al Lago Venina). Le temperature calano leggermente ( zero termico a Milano Linate verso i 3800 metri).

17 luglio

La depressione scende notevolmente di latitudine, sprofondando sulla Francia (configurazione ideale per il maltempo sull’Arco Alpino). Il minimo barico si colloca al largo della Cornovaglia e le correnti si fanno sud-occidentali, diventando sempre più umide e veloci. Una serie di fenomeni temporaleschi molto intensi colpiscono la Lombardia partendo da ovest ( 125 mm al Lago Inferno in Val Gerola). Lo zero termico risale a 4000 metri ma la copertura nuvolosa e le precipitazioni abbassano le massime, diminuendo il gradiente termico verticale. Piove fino alle quote più elevate, anche sui ghiacciai e le cime.

18 luglio

Si tratta della giornata decisiva. La depressione si isola sulle isole britanniche e la saccatura associata sprofonda sul Mediterraneo Occidentale. Le correnti ruotano da SSW a SW pieno e a causa dell’aria mediterranea si arricchiscono di notevole umidità. La pressione cala ulteriormente. Si originano i fenomeni più intensi, collegati al ramo principale della depressione. In serata si hanno i picchi precipitativi orari. Le Alpi Lombarde sono colpite in serie da diversi temporali a sviluppo repentino. In alcune aree, dove molteplici temporali si susseguono per tutta la giornata, gli accumuli sono impressionanti: al Lago di Scais cadono 305 mm. Fortunatamente picchi del genere sono isolati e nella provincia di Sondrio cadono mediamente tra i 30 e i 150 mm d’acqua. In serata si forma la piena dell’Adda, che percorre la valle e la devasta.

19 luglio

Il fronte freddo transita sull’Arco Alpino tra la notte e il primo mattino. Le precipitazioni continuano con forte intensità (148 mm a Foppolo, 156 mm a Madesimo). Le temperature però, calano ( zero termico sui 3000 metri).

20 luglio

La depressione continua a rimanere stazionaria sul canale della Manica, ma si indebolisce. Le correnti rimangono sud-occidentali e questo favorisce nuove piogge ( tra i 10 e i 30 mm).

Eventi drammatici

I primi eventi drammatici avvennero il 18 luglio, il giorno in cui le precipitazioni furono più intense. I temporali, di incredibile numero e intensità precipitativa, portarono in serata a nefaste conseguenze: verso le 17.30 nel paese di Tartano una grande massa d’acqua e fango (debris flow) si abbatté sul condominio La Quiete e sull’albergo Gran Baita, portando alla morte di 11 turisti. Sempre in serata si sviluppò la piena dell’Adda, che ruppe l’argine nel comune di Berbenno di Valtellina. Berbenno e i comuni limitrofi vennero allagati. Più a valle il fiume ruppe nuovamente gli argini, allagando tutto il fondovalle tra Talamona e Morbegno. All’ imbocco dell’Alta Valle vennero evacuati i paesi di Chiuro e Sondalo così come l’abitato di Torre di Santa Maria, minacciato dal torrente Torreggio. L’evento più rovinoso si svolse però solo dieci giorni dopo, in Alta Valtellina.

Immagine della frana di Tartano

A partire dal 18 infatti, tra gli abitati di Le Prese e Cepina (comune di Valdisotto), a monte della strozzatura della valle nota come Ponte del Diavolo, si incominciarono a notare segnali preoccupanti sulla parete del Monte Zandila. In via precauzionale quindi tutti gli abitati circostanti vennero evacuati. Alle 7.18 del 28 luglio una frana gigantesca si staccò quindi dal Monte Zandila, un volume stimato di 40 milioni di metri cubi di materiale precipitò a valle, distruggendo completamente Sant’Antonio Morignone e Aquilone ( frazioni di Valdisotto). I paesi erano stati fortunatamente evacuati. Nessuno però aveva messo in conto l’onda d’urto generata dalla frana. Essa risalì il versante opposto della valle e costò la vita a 35 persone.

 In seguito alla frana si creò un’altra situazione emergenziale: lo smottamento aveva infatti fermato il fluire dell’Adda, creando uno sbarramento che si riempiva al ritmo di 2 cm all’ora. Incominciò la corsa contro il tempo per evitare la tracimazione del lago, evento disastroso che avrebbe devastato la valle. Nel mese di agosto fu completato un by-pass sotterraneo, che incominciò a far defluire le acque. Alla fine del mese però precipitazioni abbondanti fecero risalire il livello del lago ad un punto assai pericoloso. Si decise quindi per la tracimazione controllata dell’invaso. Fu deciso lo sgombero di tutti i centri abitati tra Sondalo e Sondrio e si procedette all’azione: il deflusso avvenne al ritmo di 40 metri cubi al secondo, e fortunatamente non ebbe conseguenze.

I resti della frana del Monte Zandila ( nota anche come frana della Val Pola)

Alluvioni dell’estate 1987 fuori dalla Valtellina

A causa dei danni enormi fu la Valtellina a guadagnare gran parte dell’attenzione mediatica. Nonostante questo, in contemporanea, altri eventi calamitosi colpirono altre aree delle Alpi.

Tra il 18 e il 19 luglio piogge molto forti colpiscono anche i cantoni svizzeri del Ticino e dei Grigioni. La località più colpita è Poschiavo, dove il torrente Poschiavino straripa, devastando il paese. I detriti si accumularono fino ad altezza d’uomo. Negli stessi giorni in Canton Ticino fu duramente colpita la Valle di Blenio, e in particolare il comune di Aquila.Un mese dopo, in corrispondenza del maltempo che in Valtellina portò all’aumento dell’acqua nell’invaso creato dalla frana, fu colpita duramente la Svizzera Centrale. Il fiume Reuss crebbe a dismisura, creando danni notevoli nel Cantone di Uri. Parte del terrapieno della linea ferroviaria del Gottardo fu asportato, così come parte della strada cantonale di Uri. Il fiume esondò e l’acqua ricoprì vaste parti del fondovalle.

L’alluvione nel cantone di Uri

Terremoti rilevanti del XX secolo in Italia del Nord

Curiosità
Collage fotografico del Terremoto del Friuli, il più violento del secolo

30 ottobre 1901: Un forte sisma, valutato al grado ottavo della scala Mercalli, mette in ginocchio le cittadine sul Lago di Garda, specialmente Salò.

26 ottobre 1914.:Un forte sisma colpisce la Valle del Sangone ( provincia di Torino). L’epicentro fu localizzato nel comune di Giaveno e comportò una magnitudo di 5,2. I danni furono riferibili al settimo grado della Scala Mercalli. A Cumiana quasi tutti gli edifici del capoluogo riportarono danni ingenti, mentre si ebbe un morto a Giaveno.

27 marzo 1928. Un forte sisma, dell’ottavo-nono grado della Scala Mercalli colpisce la Carnia ( Friuli). Si contano 11 morti

10 aprile 1929. Una sequenza sismica colpisce l’area pede-appenninica del bolognese. Il primo sisma avvenne il 10 aprile e causò danni a Bologna e nell’area a sud-est della città ( Castenaso, Ozzano dell’Emilia, Castel San Pietro). Il 19 aprile vi fu un’altra scossa. Un’altra, la più violenta, avvenne il 20 aprile e fu del grado 5 della Scala Richter. Questa scossa colpì invece la aree a nord-ovest della città, in particolare Monte San Pietro e la Valsamoggia.

18 ottobre 1936. Un sisma del grado 5,6 della Scala Richter colpisce le province di Belluno, Treviso e Pordenone. L’epicentro fu a Sud dell’Altopiano del Cansiglio, tra i comuni di Càneva e Cordignano. La zona subì gravi danni ( paragonabili al nono grado Mercalli), sopratutto a causa della povertà delle costruzioni nella zona. Danni ingenti anche nella parte settentrionale della Conca dell’Alpago ( 50-70% degli edifici danneggiati nel comune di Alpago). In totale si contarono 19 vittime.

Sciame sisimico del 1945: diversi sismi colpirono quell’anno l’Oltrepò Pavese e la Provincia di Alessandria. Il primo si registrò il 14 giugno e fu di grado 4,9, il secondo il 29 giugno e fu di grado 5,3. Il terzo, il 15 dicembre, fu di 4,7.

Immagine delle Val Pellice. Questa valle, insieme alle vallate limitrofe come la Valle del Chisone, la zona di Pinerolo e di Giaveno, rappresenta l’area sismica più attiva del Nord dopo le Prealpi Orientali ( Emilia-Romagna esclusa).

12 maggio e 20 giugno 1955: due eventi sismici con epicentro presso Stroppo, nel Cuneese. Il primo di magnitudo 4,7 e il secondo di 4,8. Danni leggeri ma assai diffusi nella Valle Varaita ( crolli di fumaioli, caduta di ardesie).

6 maggio 1976:Terremoto del Friuli. Il più disastroso terremoto avvenuto in Nord Italia negli ultimi 150 anni. Raggiunse il grado 6,5 della Scala Richter. L’epicentro fu localizzato tra Gemona del Friuli e Artegna. Provocò danni enormi e la perdita di 990 vite umane. E’ considerato il peggiore terremoto nel Nord Italia degli ultimi due secoli, assieme a quello che colpì l’Imperiese nel 1887.

5 gennaio 1980. Sisma colpisce la Val Sangone ( Torino) alle 15:32 locali. L’epicentro, come nel 1914, si situa nel comune di Giaveno. Si tratta del terremoto più forte avvertito a Torino in più di 100 anni. Raggiunge una magnitudo di 5. Diversi palazzi in centro a Torino sono lesionati e la popolazione fugge in strada.

15 ottobre 1996. Un sisma colpisce alle 11.56 locali la provincia di Reggio Emilia. Centri più vicini all’epicentro: Novellara, Correggio, Bagnolo. 2 morti. Diverse scosse di replica si sono susseguite per i mesi successivi.

29 dicembre 1999: terremoto del 6 grado della Scala Mercalli colpisce la Valtellina. La magnitudo Richter è valutata a 4,9. Epicentro sopra Bormio. Forte boato e grande spavento a Bormio e Santa Caterina Valfurva. Terremoto più violento registrato in Lombardia negli ultimi anni.

Immagine della Conca di Bormio, nell’Alta Valtellina. Il luogo dell’epicentro del sisma del 1999 si trova sulla montagna alle spalle del punto della fotografia.