Gli Inceneritori in Lombardia

Gli impianti che bruciano rifiuti

La Lombardia dispone di un numero cospicuo di impianti di incenerimento. Non tutti i rifiuti che vengono bruciati sono però smaltiti negli inceneritori, molti di essi vengono infatti conferiti ad impianti di altra natura ( come cementifici, industrie etc). Complessivamente sono 83 gli impianti che bruciano una qualunque quantità di rifiuti. La maggior parte di questi impianti ne brucia al massimo qualche migliaia di tonnellate all’anno e utilizza i rifiuti come carburante secondario. Tra tutte queste installazioni, divise per provincia ne troviamo 10 a Bergamo, 7 a Brescia, 26 a Como ( molte cartiere e mobilifici), 7 a Cremona , 4 a Lecco, 3 a Lodi, 5 a Mantova, 11 a Milano, 4 a Monza e Brianza, 7 a Pavia e 8 a Varese. In provincia di Sondrio non è presente nessun impianto che bruci rifiuti.

Ancora lontana la soluzione per l'inceneritore Accam, annoso problema per  il territorio. Botta e risposta tra Brumana e Bellora | Sempione News
L’inceneritore di Busto Arsizio, nel sud della Provincia di Varese

Gli inceneritori

All’interno di questo eterogeneo insieme di impianti abbiamo poi gli inceneritori veri e propri, ovvero impianti che sono costruiti apposta per bruciare rifiuti. Anche un inceneritore di piccole dimensioni brucia in media circa 50.000 tonnellate di rifiuti all’anno, e molti ne bruciano quantitativi di centinaia di migliaia di tonnellate. In Lombardia gli impianti di incenerimento sono 13, dei quali 11 di competenza regionale. La presenza di inceneritori è maggiormente significativa nell’area milanese, bergamasca e bresciana, nonché nel pavese.

Milano, cresce la protesta contro l'impianto per rifiuti organici vicino  all'inceneritore Silla 2 - la Repubblica
L’inceneritore di Milano visto dalla zona di Cascina Merlata, in primo piano i palazzi di Pero
  1. Inceneritore di Milano: si trova nella porzione nord-occidentale di Milano, nell’area di Figino e non lontano dalla nuova fiera di Rho-Pero. Gestito dalla società A2A, è entrato in esercizio nel 2001 ed è in grado di bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti all’anno, quasi tutti urbani e provenienti dalla città di Milano e dai comuni limitrofi.
  1. Inceneritore di Milano: si trova nella porzione nord-occidentale di Milano, nell’area di Figino e non lontano dalla nuova fiera di Rho-Pero. Gestito dalla società A2A, è entrato in esercizio nel 2001 ed è in grado di bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti all’anno, quasi tutti urbani e provenienti dalla città di Milano e dai comuni limitrofi.
  1. Inceneritore di Milano: si trova nella porzione nord-occidentale di Milano, nell’area di Figino e non lontano dalla nuova fiera di Rho-Pero. Gestito dalla società A2A, è entrato in esercizio nel 2001 ed è in grado di bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti all’anno, quasi tutti urbani e provenienti dalla città di Milano e dai comuni limitrofi.
  1. Inceneritore di Milano: si trova nella porzione nord-occidentale di Milano, nell’area di Figino e non lontano dalla nuova fiera di Rho-Pero. Gestito dalla società A2A, è entrato in esercizio nel 2001 ed è in grado di bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti all’anno, quasi tutti urbani e provenienti dalla città di Milano e dai comuni limitrofi.
  1. Inceneritore di Milano: si trova nella porzione nord-occidentale di Milano, nell’area di Figino e non lontano dalla nuova fiera di Rho-Pero. Gestito dalla società A2A, è entrato in esercizio nel 2001 ed è in grado di bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti all’anno, quasi tutti urbani e provenienti dalla città di Milano e dai comuni limitrofi.
  1. Inceneritore di Milano: si trova nella porzione nord-occidentale di Milano, nell’area di Figino e non lontano dalla nuova fiera di Rho-Pero. Gestito dalla società A2A, è entrato in esercizio nel 2001 ed è in grado di bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti all’anno, quasi tutti urbani e provenienti dalla città di Milano e dai comuni limitrofi.
  1. Inceneritore di Milano: si trova nella porzione nord-occidentale di Milano, nell’area di Figino e non lontano dalla nuova fiera di Rho-Pero. Gestito dalla società A2A, è entrato in esercizio nel 2001 ed è in grado di bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti all’anno, quasi tutti urbani e provenienti dalla città di Milano e dai comuni limitrofi.
Filago, dalla Regione via libera all'ampliamento dell'inceneritore -  Cronaca, Filago
L’inceneritore di Filago, nell’Isola Bergamasca. E’ adibito completamente allo smaltimento di rifiuti speciali

#inceneritori #lombardia #greenlifeblog

Il Terremoto di Milano del 17 dicembre 2020 e i terremoti nella Lombardia Occidentale

Il giorno 17 dicembre 2020, alle ore 16:59 ( ora italiana) un terremoto di magnitudo compresa tra 3.8 e 4 ha colpito la zona del Milanese. L’epicentro del sisma è stato ubicato nella zona immediatamente a ovest della città di Milano. L’epicentro è di difficile individuazione, ma comunque compreso entro un arco compreso tra Pero a Nord e Trezzano sul Naviglio a Sud. Secondo alcuni rilevamenti si tratta del sisma più forte che abbia colpito il Milanese negli ultimi secoli. Non si segnalano danni, ma solo sporadiche chiamate ai vigili del fuoco. Consultando il database degli eventi sismici gestito dal INGV ( Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) si può capire quanto il sisma del 17 dicembre rappresenti un evento molto raro.

Terremoto di magnitudo 3,9 a Milano, il più forte da 500 anni - Terra &  Poli - ANSA.it
Mappa della localizzazione dell’evento sismico del 17 dicembre in una mappa dell’INGV. Si notano anche le classi di pericolosità sismica, più elevata andando verso il Bresciano e il Parmense ( qui in giallo). Bassissima la pericolosità da Milano verso ovest, come visibili dalle zone grigie.

Nel periodo compreso tra il 1985 e il 2020, in un raggio di trenta chilometri da Milano, sono stati registrati solo 43 sismi. In alcune zone prossime al Milanese i sismi sono ancora più rari. Infatti in tutta Italia la zona compresa tra Piemonte orientale e la Lombardia occidentale è la meno sismica del paese. In tale aree ritroviamo il Milanese Occidentale, il Comasco, il Varesotto, la zona Lariana ( non verso Lecco però), la Lomellina Settentrionale, il Verbano. In Piemonte il Novarese, il Vercellese, il Biellese e tutto il Monferrato ( Astigiano compreso) ricadono in questa zona. La Provincia di Varese si candida in assoluto a zona meno sismica del paese. Nell’arco di trentacinque anni qui è stato registrato un solo sisma di magnitudo superiore a 2 ( precisamente di magnitudo 2,7, il 22 agosto del 1988). Anche nel Novarese la situazione è particolarmente tranquilla, con solo due terremoti rilevati in trentacinque anni.

Terremoto a Milano, l'epicentro a Trezzano sul Naviglio
Agenti della polizia locale pattugliano i Navigli a causa dell’emergenza coronavirus. Nella serata del 17 hanno
dovuto affrontare anche diverse chiamate a causa del terremoto. I danni sono stati però nulli.

#terremoto #milano #terremotomilano2020 #greenlifeblog

La Via Romea Germanica

La Via Romea Germanica è un percorso da compiere a piedi o in bicicletta attraverso l’Italia. E’ stato ideato nelle sue linee essenziali da Simone Frignani, che nel 2016 ne ha curato anche la pubblicazione della prima guida. Essa segue le tracce della cosiddetta Via Romea, percorso che nell’epoca medievale congiungeva i territori germanici con Roma, principale meta di pellegrinaggio e luogo più sacro della Cristianità. Partendo dal Passo del Brennero il percorso si snoda verso sud fino a raggiungere Roma, per una lunghezza complessiva di poco più di mille chilometri ( 1019). Frignani ha diviso il percorso in quarantasei tappe. Le regioni attraversate sono: Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Lazio. Delle quarantasei tappe, dieci sono in Trentino-Alto Adige, sette in Veneto, dieci in Emilia-Romagna, sette in Toscana, sei in Umbria e dieci in Lazio.

La Via Romea Germanica | Travel Emilia Romagna | Travel Emilia Romagna
La Via Romea Germanica ( in verde) nel sistema delle Vie Romee

Percorso

La Via Romea Germanica nel suo tratto complessivo percorre quasi 2.200 chilometri da Stade ( nei pressi di Amburgo) a Roma, e attraversa 3 Paesi, in 94 tappe: 44 in Germania, 4 in Austria e 46 in Italia.
Dal Brennero, la Via Romea Germanica segue la valle del fiume Isarco per Vipiteno e l’elegante Bressanone. Passando per Chiusa, sale sull’altopiano del Renon, dove si gode di una delle più belle viste dell’arco alpino. A Bolzano precipita nella Valle dell’Adige, che segue fino a Trento, città da cui prese l’avvio la Controriforma cattolica nel XVI secolo. Si inerpica fino al lago di Levico, dove affianca il fiume Brenta che l’accompagna fino in Veneto. A Bassano del Grappa s’immette nella Pianura Padana, e continua verso la bellissima Padova. Oltre Monselice, costeggia una miriade di canali tra l’Adige e il Po; poi giunge in Emilia Romagna, dove fa tappa nell’amabile città di Ferrara. Attraversando le Valli di Comacchio, prosegue fino al mare Adriatico.

Altopiano Renon, vicino Bolzano: Piramidi di Terra e funivia
L’Altopiano del Renon

Dopo Ravenna, con le sue meraviglie bizantine, la Via entra in Appennino, per Santa Sofia e Bagno di Romagna. Sale tortuosa al Passo Serra tra memorie di pellegrini e imperatori, e appena giunta in Toscana si biforca tra la Valle Santa e La Verna, per poi riunirsi nella Valle dell’Arno, che segue fino alla splendida Arezzo. Continua lungo la Valdichiana fino alla città-museo di Cortona, e poi arriva all’imponente rupe di Orvieto, in Umbria. Poco prima di Civita di Bagnoregio, la “città che muore”, il percorso entra nel Lazio, e a Montefiascone si unisce alla Via Francigena. Fa tappa a Viterbo, la “città dei papi”, e nell’antichissima città di Sutri; infine giunge a Roma: nella scenografica piazza San Pietro termina questo straordinario viaggio attraverso l’Europa.

Orvieto, scoprire i luoghi più romantici
Orvieto, dominata dalla possente Cattedrale

#viaromeagermancia #veneto #trentinoaltoadige #emiliaromagna #toscana #umbria #lazio #greenlifeblog

Coast to Coast Walk

Dopo aver parlato del cammino italiano Coast to Coast in questo articolo si descrive un altro cammino, dal nome analogo, situato però nell’Inghilterra Settentrionale. Stiamo parlando del “Coast to Coast Walk”. Questo cammino, per la maggior parte non segnato, fu creato negli anni sessanta da Alfred Wainwright. Come il cammino italiano attraversa il paese da un mare all’altro. A ovest il cammino prende avvio dalla falesia di Saint Bees, nella zona costiera del Lake District ( regione della Cumbria), sul Mare d’Irlanda. Il punto di arrivo orientale è invece la Baia di Robin Hood ( Robin Hood’s Bay), sul Mare del Nord, nella zona del North Yorkshire ( non lontano da Whitby). Il cammino attraversa tre parchi nazionali di grande impatto scenico: 1) Parco Nazionale del Lake District 2) Parco Nazionale delle Yorkshire Dales 3) Parco Nazionale delle North York Moors.

St Bees Head Heritage Coast – your chance to find out more and feedback  your thoughts
L’incredibile falesia di Saint Bees ( Saint Bees Head), punto di inzio del cammino.

Percorso

Il cammino attraversa l’Inghilterra Settentrionale in una porzione piuttosto stretta, tuttavia non la più stretta (istmo). I due istmi della Gran Bretagna corrono infatti sia a Nord che a Sud della zona del percorso: il primo tra l’estuario del Solway e quello del Tyne e il secondo tra la Baia di Morecombe e l’estuario del Tees. Le località attraversate dal cammino sono le seguenti: Ennerdale Bridge, Rostwhaite, Grasmere, Patterdale, Shap, Kirkby Stephen, Keld, Reeth, Richmond, Danby Wiske, Ingleby Cross, Clay Bank, Blakey Ridge e Glaisdale. Il punto più alto raggiunto dal percorso è il Kidsty Pike, nel Peak District ( a quota 780 metri). La lunghezza complessiva dell’itinerario è di 293 chilometri.

Coronavirus: Brits urged to stay away from Lake District despite lockdown  changes - Mirror Online
Il Lake District offre i paesaggi più “sublimi” dell’itinerario

Paesaggio

I paesaggi attraversati dal percorso sono diversi, ma sempre ricchi di fascino e per la maggior parte incredibilmente selvaggi. Il Peak District è famoso sopratutto per i suoi laghi, in assoluto i più grandi e profondi dell’Inghilterra. Nel Peak District si trovano anche le cime più elevate dell’Inghilterra ( comunque modeste per gli standard di molti paesi, in quanto tali cime sfiorano appena i mille metri). Tale paesaggio ha ispirato il grande poeta William Wordsworth nel concetto di “sublime” e ancora oggi è indiscutibile che la fusione tra prati, campi, brughiere, laghi, torrenti e montagne crei un ambiente di straordinario fascino.

Great Asby Scar, Cumbria - A Walk From Above
Il paesaggio lunare del Great Asby Scar, presso Shap

Il Parco delle Yorkshire Dales ( dove dale sta per “valle”) presenta ambienti generalmente più tondeggianti, ma non per questo più bucolici, la porzione settentrionale del parco ( quella attraversata dal sentiero) offre per lo più severe brughiere battute dal vento e qua e là stupefacenti paesaggi di granito ( come nei dintorni del solitario villaggio di Shap). Il tratto compreso tra Richmond e Ingleby Cross è il più monotono del viaggio: fuori dal territorio dei parchi nazionali, qui il sentiero attraversa la valle del fiume Swale, sorta di corridoio tra lo Yorkshire e il Tyne, valle per lo più agricola e pianeggiante. Dopo Ingleby Cross si entra nel Parco dei North York Moors, tra brughiere ancora più vaste ( in assoluto le più vaste dell’Inghilterra, in effetti) e dorsali boscose alternate a prati. Qui il paesaggio si fa più verdeggiante e armonico, con grandi estensioni di altopiano e pecore al pascolo. Robin Hood’s Bay si ofre con le sue case fiabesche sul Mare del Nord.

Home
Vista del Parco Nazionale del North Yorkshire Moors. Il parco è attraversato da una ferrovia a vapore ( da Pickering a Whitby)

#coasttocoastwalk #lakedistrict #northyorkmoors #yorkshiredales #greenlifeblog

Italia Coast to Coast: Seconda Parte

Da Orvieto a Onano

Con la tappa successiva (Orvieto-Bolsena) il percorso entra per una breve puntata in territorio laziale, puntata però eccezionalmente ricca di interesse nel territorio della Tuscia. Bolsena è una cittadina graziosa sulle rive del lago omonimo e nel periodo etrusco fu una grande e potente città chiamata “Vulsinii”. Il lago di Bolsena, il più grande dell’Italia Peninsulare dopo il Trasimeno vanta un’origine vulcanica e una profondità di oltre 300 metri. Questo, unito alla scarsa antropizzazione, porta a una qualità delle acque eccezionale. Punti di interesse nel lago sono le due isole della Bisentina e di Martana. A Bolsena si trova anche il Museo Territoriale del Lago di Bolsena e la collegiata di Santa Cristina. L’evento culturale più importante, tra il 23 e il 24 luglio è la Festa di Santa Cristina. Oltre Bolsena una breve tappa porta a Onano, località laziale tra il territorio della Tuscia e la Maremma. Si passa per San Lorenzo Nuovo percorrendo una parte della Via Francigena. Questo paese fu costruito nel 1774 per volere del papa, per sostituire l’antico villaggio afflitto dalla malaria e per questo ha un impianto neoclassico e non medievale. Grotte di Castro, sopra il lago di Bolsena, vanta una cospicua eredità etrusca, espressa dalla vicina Necropoli delle Pianezze. Nel paese è visitabile anche il Santuario di Santa Maria del Suffragio, con una statua lignea della Madonna ritenuta miracolosa. Onano è dominato da Palazzo Madama, un tempo appartenuto alla famosa famiglia romana che dominò a lungo questi territori. D’interesse anche la chiesa della Madonna delle Grazie. Il prodotto gastronomico d’eccellenza sono qui le lenticchie e il paese ospita annualmente una sagra della lenticchia molto sentita.

Una passeggiata al Lago di Bolsena - Casali Orvieto
Il magnifico Lago di Bolsena

Da Bolsena a Manciano

La tappa numero 14 ci immerge nell’atmosfera etrusca entrando in territorio toscano e nella famosa Maremma. Ci accoglie Sorano, centro del cosiddetto “triangolo del tufo”, area a fortissima presenza di materiale tufaceo. Il capoluogo del paese è fatto completamente in tufo e abbarbicato su una rupe chiamata Masso Leopoldino a dominio della valle del Lente. Le viuzze che si insinuano nel Masso sono quanto mai pittoresche. In cima al Masso si trova la fortezza Orsini, esempio grandioso di fortificazione rinascimentale. Sorano vanta molte altre attrattive, sia storiche che naturalistiche. La presenza degli etruschi si fa qui soverchiante e rinvenibile nella Necropoli di Vitozza, presso la località San Quirico. Si segue nelle cosiddette “vie cave”, strade scavate tra pareti di tufo e risalenti all’epoca etrusca e si raggiunge Pitigliano, principale centro del tufo e della Maremma collinare. La vista sulla città, abbarbicata su uno sperone tufaceo, è da togliere il fiato. Il nucleo storico è noto come “piccola Gerusalemme”, a causa della forte comunità ebraica qui residente. Le attrazioni principali sono la Sinagoga, Palazzo Orsini, il Museo Diocesano, il Ghetto, il Duomo e il Lavatoio Mediceo dalle vasche in travertino. In uscita da Pitigliano si percorre la Via Cava dei Fratenuti, imponente scavo tra pareti alte anche più di 20 metri e ambiente naturale unico a causa del microclima costantemente umido e fresco ( vi prosperano muschi, licheni e felci rare) e si passa per Poggio Buco, un tempo il centro etrusco più importante della Valle del Fiora. Nei dintorni si possono effettuare deviazioni in direzione delle Terme di Saturnia, del nucleo storico di Sovana e, verso sud, di due luoghi naturali straordinari: la Selva del Lamone e il Lago di Mezzano. Si raggiunge quindi Manciano, situata a circa 400 metri sul livello del mare in posizione panoramica sulle Valli del Fiora e dell’Albegna. Da qui nelle giornate limpide è possibile vedere il mare. Da visitare il castello Aldobrandeschi e il Museo di Storia e Protostoria della Valle del Fiora. Prodotto locale di eccezione è il pecorino DOP, legato al fiorente allevamento delle pecore, che ha qui i massimi in Italia al di fuori della Sardegna. Nella vicina località di Scansano è prodotto il famoso vino del Morellino di Scansano DOP.

Agriturismo biologico Sant'Egle
Agriturismo Sant’Egle a Sorano, ideale luogo di sosta lungo l’itinerario

Da Manciano a Orbetello

Lasciata Manciano alle spalle si scende lungo le ondulate colline nel cuore della Maremma un tempo paludosa, tra paesaggi vastissimi e quasi spopolati. Il mare è sempre più vicino e la sua presenza comincia discretamente a farsi sentire. Il paesaggio è un misto tra vaste tenute agricole (il terreno in estate è sovente secco e riarso) e vaste estensioni boschive. Capalbio ci accoglie con il suo borgo compatto, ormai a poca distanza dal mare. Nella storia questo borgo passò per diverse mani, prima quelle degli Aldobrandeschi, poi degli Orsini e infine degli Spagnoli. A partire dal 1500 conobbe un lungo periodo di decadenza a causa dell’imperversare della malaria, decadenza da cui si risollevò solo negli anni 50’ del secolo scorso. Negli anni scorsi Capalbio è stata meta dell’establishment politico radical-chic di sinistra e ancora oggi è località piuttosto costosa e esclusiva. Nei suoi pressi sorge il “Giardino dei Tarocchi”, sorta di strana composizione a cielo aperto dei personaggi dei tarocchi. Interessante anche l’Oasi Naturalistica del Lago di Burano, oggi Riserva Statale.

Manciano - Manciano, una Maremma da scoprire tra storia e sapori - Toscana  Ovunque Bella
Le Terme di Saturnia, in comune di Manciano

L’arrivo

La diciottesima e ultima tappa ci porta alla destinazione finale della camminata: Orbetello. Orbetello è un luogo di grande suggestione, situato nel bel mezzo di un cordone di terra ( in linguaggio tecnico “tombolo”) che si protende dalla costa in direzione del Monte Argentario. La Laguna di Orbetello è divisa in due parti dai tomboli della Feniglia e della Giannella, luoghi naturalistici di grande suggestione e naturalità. La storia non è stata meno ricca della natura e Orbetello vanta un’origine etrusca. Nei suoi pressi sorge la città di Cosa, fondata dai romani nel 279 a.C. Dominata nel medioevo da Senesi, Orsini e Aldobrandeschi, nel Cinquecento passò agli spagnoli, che la incorporarono nel minuscolo Stato dei Presidi, affidato al Regno di Napoli. Nel 1860 Garibaldi passò da Orbetello per rifornirsi di armi. Da Orbetello si può comodamente raggiungere il Promontorio dell’Argentario, luogo per eccellenza di vacanze marine, con le famose località di Porto Ercole e Porto Santo Stefano. Da queste località si può partire in traghetto per l’affascinante Isola del Giglio. Ultima nota di fascino è il vicino Parco Naturale della Maremma.

Parco Naturale della Maremma: itinerari e percorsi - Enjoy Maremma
Il Parco Naturale della Maremma, luogo dallo splendido mare e dalla natura incontaminata poco distante da Orbetello

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Italia Coast to Coast Prima Parte

Il Cammino Coast to Coast è un percorso ideato da Simone Frignani nel 2014 che si snoda su una lunghezza di poco più di quattrocento chilometri (409 per la precisione). Esso unisce le due coste italiane (quella adriatica e quella tirrenica), passando per l’interno della Penisola Italiana (da qui il nome Coast to Coast). Il percorso unisce per la precisione due promontori: l’Argentario sul Tirreno con il Conero sull’Adriatico e attraversa quattro regioni: Toscana, Lazio, Umbria e Marche. Il percorso è molto interessante anche perché permette di conoscere un territorio poco attraversato e di percorrere l’Italia Centrale con un’insolita traiettoria est-ovest, al contrario delle principali vie di comunicazione che si sviluppano in maniera nord-sud. La partenza ufficiale è situata ad Ancona (Portonovo) e l’arrivo a Orbetello.

Portonovo – Cultura e Turismo
Immagine della Baia di Portonovo, punto di partenza del sentiero Coast to Coast

Le Tappe

Il percorso della Coast to Coast può essere percorso sia a piedi che in bicicletta. Il percorso a piedi prevede diciotto tappe, mentre in percorso in bici nove. La lunghezza media delle tappe a piedi è di circa 20 chilometri, con massimi di circa 28 in corrispondenza dei tratti di attraversamento appenninico. Le tappe in bicicletta hanno una misura più variabile e vanno dai 30 ai 62 chilometri. I punti di arrivo delle diciotto tappe partendo da Ancona sono: 1) Osimo 2) Filottrano 3) Treia 4) San Severino Marche 5) Pioraco (ultima tappa marchigiana) 6) Nocera Umbra ( prima tappa in Umbria) 7) Assisi 8) Gualdo Cattaneo 9) Todi 10) Civitella del Lago 11) Orvieto 12) Bolsena ( si entra nel Lazio) 13) Onano 14) Sorano ( si entra in Toscana) 15) Pitigliano 16) Manciano 17) Capalbio 18) Orbetello.

Orbetello
Tramonto sulla Laguna di Orbetello

Descrizione del percorso

Da Ancona a Treia

Il percorso parte da Portonovo, località a sud della città di Ancona, nel pieno del Parco Regionale del Conero. Da lì si entra nell’interno raggiungendo Osimo, città ricca di storia e testimonianze artistiche, famosa per la basilica-santuario di San Giuseppe da Copertino e la Cattedrale di San Leopardo. Famosissima la rete di gallerie di epoca romana nota come “Osimo sotterranea”. Per arrivare a Osimo si passa da Camerano, famosa anch’essa per i suoi sotterranei, oltre che per la produzione del vino Rosso Conero e delle fisarmoniche, queste ultime famose in tutto il mondo. Da Osimo si sale lungo le dolci colline marchigiane lungo la valle del torrente Musone fino a Filottrano. Questo paese era centro di contesa tra le città di Cingoli e di Osimo ed essa è ancora viva oggi grazie alla manifestazione della “Contesa dello Stivale”, che si svolge nei primi di agosto. Filottranese celebre fu Giacomo Beltrami, che scoprì la sorgente del Mississippi e nel 1944 fu teatro di un’importante operazione del corpo di liberazione partigiano. Proseguendo verso sud si raggiunge Treia, sempre immersa nel verde delle colline marchigiane e in più situata in bellissima posizione panoramica. Il nome del luogo deriva probabilmente dalla dea romana Trea, adorata in questi luoghi. Oggi un importante luogo di culto è il Santuario del Santissimo Crocifisso, mentre la prima domenica di agosto ha luogo una delle maggiori rievocazioni storiche italiane: il palio detto “Disfida del Bracciale”. Presso Treia sorge Cingoli, definita come “balcone della Marche”.

Comune di Treia | Sito istituzionale
Il meraviglioso panorma sulle colline marchigiane visibile da Treia

Da San Severino Marche a Nocera Umbra

La tappa successiva porta a San Severino Marche, nei pressi della quale si trova il castello di Pitino, che domina la valle del fiume Potenza. San Severino Marche si trova alla fine delle colline e all’inizio del tratto propriamente “appenninico” del sentiero. Notevole il Duomo Nuovo della cittadina, nonché la chiesa di San Lorenzo in Doliolo e il quartiere sopraelevato di Castello, sede del Duomo Vecchio. Dopo San Severino si passa una prima dorsale montagnosa tramite la gola nota come “valle dei Grilli”, presso la quale si trovano le Grotte di Sant’Eustachio, uno dei più antichi monasteri della regione. Dopo la gola si entra nella valle dell’Esino, valle particolare in quanto orientata da nord a sud. In questa valle si possono raggiungere molte località degne di visita, tra cui Fabriano, Matelica e Camerino. Pioraco, successivo punto tappa, si trova ai piedi del crinale appenninico e vanta una posizione unica e incredibile, sorge infatti a cavallo di due versanti montuosi che si affacciano su una profonda gola, attraversata dalle acque limpidissime del fiume Potenza. Principale testimonianza storica è il romano Ponte Marmone. Dopo Pioraco il percorso attraversa il crinale appenninico, passando per il Monte Alago, punto più alto dell’itinerario, a circa 950 metri. Passato questo monte si entra in Umbria e si scende rapidamente su Nocera Umbra, nell’alta Valle del Topino, famosa per le sue sorgenti termali. Fortemente colpita dal terremoto del 1997, ospita il Duomo dell’Assunta e il passaggio della Via Flaminia

Nocera Umbra | Italia Coast 2 Coast
I prati di Monte Alago, al confine tra l’Umbria e le Marche

Da Assisi a Gualdo Cattaneo

La settima tappa conduce ad Assisi, città che non ha certo bisogno di descrizioni. Culla del francescanesimo, casa di San Francesco e Santa Chiara, della Porziuncola e dell’Eremo delle Carceri, nonché della splendida Basilica del santo, questa cittadina può essere annoverata come uno dei luoghi più spiritualmente evocativi della cristianità. Posta alle pendici del Subasio in una splendida cornice naturale, è circondata da boschi e coltivazioni. Da non dimenticare perle minori come San Damiano e il Santuario di Rivotorto. Da Assisi si attraversa la Piana Spoletana (definita geograficamente con il nome di Valle Umbra) passando per Cannara, luogo un tempo acquitrinoso sul fiume Topino, secondo la leggenda il posto dove Francesco avrebbe parlato agli uccelli. Oltre Cannara si passa per Bevagna, uno dei “borghi più belli d’Italia” e bandiera arancione del turismo sostenibile, nonché uno dei borghi medievali più belli dell’Umbria. Il cuore della città è Piazza Silvestri e notevoli sono anche la Chiesa di San Silvestro e la Collegiata di San Michele. Gualdo Cattaneo si trova sui Monti Martani e offre panorami unici, prodotti enogastronomici straordinari (olio Dop e Sagrantino) e numerose chiese. Presso Gualdo Cattaneo indimenticabile è il paese di Montefalco. Dall’altra sponda della valle non si possono perdere Foligno, Spello e Trevi.

Assisi | 10 cose da fare e vedere ad Assisi
Assisi vista dalla Valle Umbra

Da Todi ad Orvieto

La decima tappa giunge a Todi, passando nella Valle del Tevere. Todi è situata in posizione sopraelevata e raggiungerla significa affrontare una dura salita. L’arrivo però ne varrà grandemente la pena: Todi è infatti città antichissima e ha visto succedersi molti momenti di gloria in diverse epoche. Poche città italiane possono vantare l’importanza nell’arco di innumerevoli secoli che ha avuto Todi, partendo dall’origine umbra (mai sottomessa dagli Etruschi) fu importante centro romano, bizantino, comunale (nell’anno 1000 fu tra le prime città a costituirsi in libero Comune) fino ad arrivare al Rinascimento, quando venne costruito il Santuario della Consolazione. Nel punto più alto del colle si ha piazza del Popolo, circondata da Palazzi del Popolo, del Capitano e dei Priori, pure notevole è il Duomo. Il tratto da Todi a Civitella del Lago vede la storia largamente eclissata dalla natura, attraverso il Parco Fluviale del Tevere e distese di boschi tra le più ampie d’Italia. Civitella del Lago offre una posizione panoramica da cui guardare fino in direzione del Monte Amiata e di Civita di Bagnoregio, abbracciando il territorio di tre regioni. Nei pressi vale assolutamente la pena visitare il Lago d’Alviano e l’oasi di Alviano, importantissima zona umida protetta. Arrivati a Orvieto l’arte riprende di nuovo il sopravvento con quella che è indubbiamente una delle più belle città storiche del nostro paese.  Le attrattive sono famosissime, tra cui il Duomo dalla superba facciata, progettato nel 1290 da Arnolfo di Cambio e il Pozzo di San Patrizio, costruito per garantire la fornitura d’acqua in caso di assedio. Altri luoghi più appartata ma degni di una visita sono le chiese di Sant’Andrea, San Giovenale e San Domenico, oltre al Palazzo del Popolo. Ad Orvieto si incontra un altro percorso pedonale molto importante: la Via Romea Germanica. Nei pressi di Orvieto, in territorio laziale, due puntate possibili: Civita di Bagnoregio e il Sacro Bosco di Bomarzo.

Foto Lago di Corbara a Baschi - {info}
Il Lago di Corbara

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Pennine Way Seconda Parte

Yorkshire Dales

A Nord di Gargrave si entra nel Parco Nazionale delle Yorkshire Dales, passando per i piccoli villaggi di Airton e Malham. Appena oltre Malham passa per il Malham Cove, nota formazione di arenaria e poi per il Malham Tarn, lago alcalino unico in Europa. Continua poi a nord-ovest per le cime del Fountains Fell e del Pen-y-Ghent, caratterizzato quest’ultimo da una ripida salita. Da quest’ultima cima si scende nella valle del fiume Ribble, precisamente a Horton in Ribblesdale, situata lungo la ferrovia Settle-Carlisle. Il sentiero segue quindi la Ribblesdale, una delle vallate più famose degli Yorkshire Dales. In questo tratto segue il percorso di un’antica strada romana, dove passa anche il sentiero noto come Dales Way. Scendendo lungo il percorso si giunge a Gayle e Hawes nella Wensleydale. Proseguendo ancora verso nord si incomincia la lunga salita, di circa 8 chilometri, che porta alla cima del Great Shunner Fell ( 716 metri, terza montagna più alta delle Yorkshire Dales). Dallo Shunner Fell si scende a Thwaite, nell’alta Swaledale, la vallata più settentrionale dello Yorkshire. Dopo Thwaite si attraversa il percorso noto come Coast to Coast Walk e si raggiunge la Tan Hill, sede di un luogo di ricezione ( inn) estremamente isolato. Qui finisce anche il Parco Nazionale.

Visit Settle - Malham Tarn
Il lago conosciuto come Malham Tarn, lago alcalino dalle caratteristiche molto particolari

North Pennines

Finito il Parco Nazionale delle Yorkshire Dales si entra nel North Pennines AONB (dove la sigla sta per Area of Outstanding Natural Beauty, un livello di protezione inferiore al parco nazionale). Qui il sentiero oltrepassa la strada di grande scorrimento A66, che collega Penrith con Darlington e la Cumbria con il Tyneside. Si passa per la Lunedale e si arriva alla cittadina di Middleton-in-Teesdale. Proseguendo lungo la Teesdale in direzione delle sorgenti del fiume Tees si incontrano le due cascate più interessanti dell’Inghilterra: la Low Force e la High Force. Si giunge poi al piccolo insediamento sparso di Forest-in-Teesdale, isolato nel mezzo della natura. Salendo ancora lungo il fiume Tees, in direzione della sorgente si oltrepassano le cascate di Cauldron Snout e si raggiunge il Mickle Fell, forse la cima più suggestiva dell’Inghilterra, formata quasi come una U perfetta. Si prosegue quindi il crinale delle cime più alte dell’intera catena penninica ( e le più alte dell’Inghilterra fuori dal Lake District) attraverso il Great Dun Fell e il Cross Fell ( 893 metri, il punto più alto dell’intero itinerario). Scendendo dal Cross Fell in una lunga e poco impegnativa discesa si raggiunge Carrigill, presso le sorgenti del fiume Tyne. Seguendo da vicino il fiume si raggiunge Alston. Si passa Lambley e si raggiunge il corridoio della A69, strada di grande comunicazione tra Carlisle e Newcastle-upon-Tyne.

High Force Waterfall | High Force | One of the Most Spectacular Waterfalls  in England
La cascata nota come High Force, formata dal fiume Tees nella sua alta valle

Northumberland National Park

Passata la A69 il sentiero avvicina il castello di Thirwall, lungo il Vallo di Adriano. Per i successivi 18 chilometri il percorso coincide con l’Hadrian’s Wall Path, fino all’Housesteads Roman Fort, dove sorgono i resti dell’antico forte romano di Vercovicium. Il sentiero prosegue quindi verso nord dentro la foresta di Wark, parte della più vasta Foresta di Kielder. Siamo qui nel luogo più remoto dell’intero cammino e si attraversano decine di solitari chilometri lungo la Redesdale ( valle del fiume Rede). Una volta giunti al villaggio di Byrness si ritrova per un breve momento la civiltà e poi ci si immerge nell’atmosfera selvaggia e senza tempo degli Cheviot Hills. Siamo qui ormai in vista del confine con la Scozia, nell’angolo più nord-orientale e più selvaggio dell’intera Inghilterra. Da Byrness fino alla fine del tragitto ( 43 chilometri) non si incontreranno costruzioni e saranno presenti solo due rifugi ( in denominazione locale bothies). Il percorso qui serpeggia tra Scozia e Inghilterra e passa presso un forte romano a Chew Green, presso la vetta del Monte Cheviot ( Cheviot Hill) e infine discende lungo la College Valley inglese prima di passare definitivamente il confine con la Scozia e terminare a Kirk Yetholm.

Getting to Northumberland National Park sustainably - Snaptrip
Paesaggio solitario nel Northumberland National Park

Condizioni generali

Il sentiero presenta generalmente dislivelli non così pronunciati, anche se certi tratti possono essere ripidi. Il clima di questa zona è uno dei più freddi, piovosi e ventosi dell’Inghilterra. La quota (seppur non elevatissima) combinata però con la latitudine e il forte vento può rendere le condizioni particolarmente avverse. In inverno queste cime sono estremamente miti per la latitudine così settentrionale e le minime sono di poco sotto lo zero. Per contro le estati sono estremamente fredde per gli standard dell’Europa Continentale, con temperature massime di appena 12-13 gradi! Giacca a vento, abbigliamento anti-pioggia e scarponi anti fango sono quindi sempre indispensabili. Le cime settentrionali, più alte e più a nord sono decisamente più fredde di quelle del Peak District. Queste zone sono anche le più selvagge ( di gran lunga le più selvagge dell’Inghilterra) e rappresentano l’ultima wilderness del paese oltre Manica ( non considerando ovviamente le Highlands Scozzesi). Le Yorkshire Dales possono essere molto affollate, in quanto nota località turistica. Il Peak District è ancora più affollato, specialmente però per escursioni più che per vacanze di lungo respiro. In effetti, con circa 15 milioni di visitatori annuali, è il parco nazionale più visitato d’Europa. Il motivo di ciò è di facile individuazione: esso separa l’area urbana di Manchester-Liverpool da quella di Leeds-Sheffield-Doncaster, aree che contano una popolazione di svariati milioni di abitanti.

Kirk Yetholm - Wikipedia
Il villaggio scozzese di Kirk Yetholm, punto di arrivo della Pennine Way

La Pennine Way Parte Prima

La Pennine Way è un sentiero di 431 chilometri che si sviluppa lungo la Catena Pennina, nell’Inghilterra Centro-Settentrionale. Il punto di partenza meridionale è il villaggio di Edale, nel Derbyshire, all’interno del Parco Nazionale del Peak District ( Peak District National Park). Il punto di arrivo settentrionale è la piccola località di Kirk Yetholm, appena al di là del confine con la Scozia.  Il percorso si sviluppa tutto sulla catena montuosa Pennina, spesso definita la “colonna vertebrale” dell’Inghilterra, simile come posizionamento alla Catena Appenninica per la Penisola Italiana.

walking-books.com :: Ordnance Survey Maps :: Pennine Way OS Bundle
Percorso della Pennine Way

Storia

L’idea del sentiero venne dall’escursionista Tom Stephenson, ispirato da simili sentieri negli Stati Uniti d’America, primo fra tutti l’Appalachian Trail. Stephenson propose il concetto del sentiero in un articolo del Daily Herald nel 1935. La sezione finale (fino al confine con la Scozia) venne aperta nel 1965.

Reasons why you should visit the Peak District & Derbyshire in 2020 - Visit Peak  District
Immagine del Peak District ( letteralmente “distretto delle cime”), primo parco nazionale inglese ( 1951)

Aree attraversate

Il sentiero attraversa cinque grandi aree: da sud a nord il Parco Nazionale del Peak District, i South Pennines, il Parco Nazionale degli Yorkshire Dales, i North Pennines e il Parco Nazionale del Northumberland. I paesaggi attraversati dal sentiero sono estremamente diversi e affascinanti, anche se predominano le brughiere e le vallate (vales) coperte di prati.  

Il sentiero per aree

Peak District

Partiti dal villaggio di Edale ci si arrampica sul Kinder Scout, la cima più elevata delle Midlands inglesi (636 metri). Inizialmente il sentiero saliva tra i prati ma oggi è stato deviato per prevenire l’erosione del terreno ad opera dei molti camminatori, salendo su una serie di scale note come “Jacob’s Ladder”. Successivamente attraversa una serie di altri rilievi, tra cui il Bleaklow e il Kinder Downfall. Si attraversa anche la strada dello Snake Pass ( uno dei passi più alti dell’Inghilterra, a poco più di 400 metri sul livello del mare). Si scende poi nella Longdendale e si arriva a Crowden, primo villaggio del sentiero dopo la partenza. Da Crowden si sale di nuovo fino alla cima della Black Hill e si entra nello Yorkshire. Si scende quindi attraverso la brughiera di Wessenden ( Wessenden Moor) e presso Standedge si esce dal parco.

Kinder Scout Walks (via Jacob's Ladder) From Edale | 8, 9 + 10-Mile Routes  - Peak District Walks
Sentiero verso l’altopiano del Kinder Scout

South Pennines

Seguendo il confine tra la zona di Greater Manchester e dello Yorkshire il sentiero attraversa una serie di scarpate di arenaria, attraversando anche l’autostrada M62 mediante un lungo ponte pedonale. Si attraversa poi il Blackstone Edge e incontra la Calderdale Way sopra il villaggio di Mankinholes, salendo poi sulla cima dello Stoodley Pike, caratterizzato dalla presenza di un alto monumento. Si scende quindi con una discesa piuttosto ripida nella valle del fiume Calder, passando tra le cittadine di Todmorden e Hebden Bridge, i due centri più grandi sul sentiero. Si risale di nuovo passando il centro di Colden e si attraversa il torrente Colden Water su un guado. Si prosegue quindi verso le rovine del Top Whitens, del quale si dice abbia ispirato il romanzo Wuthering Heights (Cime Tempestose). Scendendo si passa per Ponden Hall, Cowling e Lothersdale. Da qui il sentiero si sviluppa su un percorso meno accidentato e pianeggiante, fino a giungere presso Gargrave (distretto dell’Airevale).

Top Withens (Haworth): AGGIORNATO 2020 - tutto quello che c'è da sapere -  Tripadvisor
La solitaria brughiera del Top Whitens

Le Bonifiche in Pianura Padana

La Pianura Padana e le Bonifiche

La Pianura Padana è una piana di origine alluvionale e come tale è il risultato diretto del deposito dei materiali provenienti dalle aree alpine e appenniniche. I fiumi hanno plasmato il territorio della pianura, e il rapporto con l’acqua è sempre stato molto stretto. Fino all’epoca romana gran parte della Valle Padana era paludosa e ricoperta da boschi impenetrabili. Oggi l’aspetto della pianura è molto diverso: le aree agricole e urbane ne coprono la quasi totalità e le aree naturali sono ormai pochissime. Da questo punto di vista nessun’altra pianura europea si presenta oggi con lembi di naturalità così ridotti. Come è stato possibile tutto ciò? Grazie ad un processo di bonifica e sistemazione idraulica che è proseguito per centinaia di anni.

Dal Centro alla Pianura Padana: sono masochista – il Cosmo – un universo di  notizie
Tipica immagine della Bassa Padana. La trama dei campi regolari tradisce l’origine artificiale di questo paesaggio, legata al secolare processo di boniica

La bonifica idraulica: Pianura Occidentale

La sistemazione idraulica si è sviluppata in maniera diversa nella porzione occidentale e in quella orientale della pianura

. Nella porzione occidentale la centuriazione romana ( il processo di creare strade e campi geometrici) è stata pressoché assente. Nei secoli del Basso Medioevo le opere idrauliche romane vennero per lo più abbondonate. A partire dai primi secoli del secondo millennio d.C le bonifiche ripresero vigore, molto più forti che in epoca romana. Nel 1200 i monaci benedettini inventarono la marcita (prato allagato) e la pianura lombarda venne in gran parte sistemata da un punto di vista idraulico. Nel 1500 fu il Piemonte a vedere una grande opera di sistemazione idraulica, con la creazione del vasto sistema delle aree risicole del Vercellese e del Novarese. La sistemazione della Pianura Occidentale fu favorita da un ambiente più favorevole, più elevato e meno umido, dove l’acqua tendeva a ristagnare solo nelle aree più depresse (l’alta pianura è qui molto estesa).

Tra Vercelli e Novara, nelle terre del riso - Dove Viaggi
Risaie del Vercellese. La coltivazione intensiva del riso incominciò qui intorno al 1500.

Pianura Padana Orientale

 Situazione diversa invece per la Pianura Orientale, quel vasto imbuto di terre che si allarga da Milano fino al Delta del Po. In questa zona la quota è bassa, il terreno impermeabile e le paludi erano estese e difficili da bonificare. Nel periodo romano le coltivazioni furono intense, ma si limitarono alla centuriazione ( Veneto Centrale e Via Emilia), in zone più elevate distanti dal corso del Po. Nell’epoca medievale poi, mentre ad occidente fiorivano le opere idrauliche, qui non si fece invece quasi nulla e si dovette aspettare il periodo Rinascimentale. Specialmente critica la situazione lungo l’asse del Po, nonché in aree come il Ferrarese, il Polesine, la Bassa Modenese e Bolognese, il Mantovano ma anche il Basso Padovano e Veronese, nonché la Romagna in generale. In quest’area le bonifiche maggiori ebbero luogo solo nell’Ottocento e in alcuni luoghi addirittura a novecento inoltrato.

Le Valli Grandi Veronesi
Le Valli Grandi Veronesi, tra le province di Verona, Mantova e Rovigo

Grandi bonifiche della Val Padana Orientale

La Grande Bonifica Ferrarese rappresenta l’esempio più rilevante di queste bonifiche: in tre anni (1874-1876) vennero bonificati ben 54.000 ettari di territorio. Le ultime bonifiche in territorio ferrarese avvennero negli anni sessanta (Valle del Mezzano, 1964 e Valle Falcia,1969). Nel Polesine le bonifiche andare avanti per decenni, per lo più mediante piccole addizioni. Un altro esempio di grande progetto di Bonifica riguarda le cosiddette “Valli Grandi Veronesi”, un territorio un tempo paludoso esteso in realtà anche nelle province di Rovigo e Mantova ( il nome più completo è quello di Valli Grandi Veronesi e Ostigliesi). Quest’area paludosa fu bonificata grazie all’opera di Pietro Paleocapa, mediante la costituzione del sistema idraulico Tartaro-Canalbianco-Po di Levante.

Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara - ANBI - Emilia Romagna
L’impianto di pompaggio di Codigoro ( Ferrara). Costruito tra il 1874 e il 1876, gestisce il deflusso delle acque della Grande Bonifica Ferarrese

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La Via degli Dei

La Via degli Dei è un percorso pedonale che si snoda tra le città di Bologna e Firenze, attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano, per una lunghezza complessiva di 130 chilometri. Collega idealmente i due centri delle rispettive città: Piazza Maggiore e Piazza della Signoria. Il cammino è oggi uno dei più frequentati d’Italia e vanta numerosi interessi, primi tra tutti quello naturale e culturale. Notevole la diversità dei paesaggi: il cammino alterna la visita di due delle principali città italiane, tra le principali città d’arte a livello mondiale con un ambiente appenninico selvaggio e isolato, parte del grande corridoio ecologico e naturale che come una spina dorsale percorre la nostra penisola. Coloro che percorrono questo cammino saranno grandemente facilitati dalla disponibilità delle infrastrutture: sia Bologna che Firenze sono infatti comodamente raggiungibili da qualunque luogo d’Italia e non solo.

La Via degli Dei, da Bologna a Firenze tra storia e natura - Zaino in  viaggio
Segnavia del sentiero degli Dei tra Madonna dei Fornelli e il Passo della Futa

Storia

L’origine delle Via degli Dei è antichissima e risale al periodo etrusco. Tra il settimo e il quarto secolo avanti Cristo questo popolo percorse con continuità una via attraverso l’Appennino che collegava le città di Fiesole e Felsina ( la Bologna etrusca), creata per favorire il commercio e la conquista della Pianura Padana. I Romani poi, conquistata Felsina nel 189 a.C ( e ribattezzatala Bononia) costruirono una vera e propria strada sull’antico percorso, denominata Flaminia Militare ( dal console Caio Flaminio). Nel periodo medievale la strada militare cadde in abbandono e fu seppellita dalla vegetazione. Nonostante questo, i viandanti continuarono a percorrere questa via, sostituita però da una stretta mulattiera senza pavimentazione. Negli anni 80’ del 1900 un gruppo di escursionisti bolognesi creò la Via degli Dei, rifacendosi prevalentemente a questi antichi tracciati.

Fiesole, magie toscane tra panorami mozzafiato e attrazioni
La cittadina di Fiesole, pochi chilometri a nord di Firenze ( 300 m), luogo di arrivo della Via degli Dei prima di Firenze

Perché si chiama Via degli Dei?

Il nome delle strada si deve all’attraversamento di numerose località che portano il nome di divinità, legate ai culti etruschi e romani, tra di esse: Monte Adone, Monzuno (Mons Iovis, monte di Giove), monte Venere, monte Luario (dalla dea romana Lua).

Il Monte Adone: l'icona più potente della Via degli Dei.
La rocca del Monte Adone

Il Percorso

Il percorso, partendo da Bologna si inerpica sull’Appennino, con dislivelli comunque non notevoli, passando per Badolo (370 metri), Monte Adone (654 metri), Monte Venere (940 m), Monte dei Cucchi (1140 m), Monte Poggiaccio (1190 m, punto più elevato). Da questo mondo si comincia a scendere, transitando per il Passo della Futa (900 m), Monte di Fo (780 m). Si risale sul Monte Gazzaro (1125 m) e si scende di nuovo nella Piana del Mugello, passando per Passo dell’Osteria Bruciata (820 m) e San Piero a Sieve (200 m). Si risale nuovamente per il crinale tra il Mugello e la Conca Fiorentina, passando per Monte Senario (820 m), Poggio Pratone (700 m) e scendendo quindi su Firenze tramite Fiesole (300 m). Il punto di partenza e quello di arrivo sono entrambi a circa 50 metri di quota.

Resistenza Toscana | Cimitero Militare Germanico della Futa - Firenzuola  (FI)
Un’immagine quasi irrale del Cimitero Militare Germanico della Futa, luogo di sepoltura di oltre 30.000 militari tedeschi uccisi nella Seconda Guerra Mondiale

Caratteristiche territoriali e ambientali

Il percorso attraversa il territorio di due regioni: Emilia-Romagna e Toscana e di due province: Bologna e Firenze. I comuni attraversati sono Bologna, Sasso Marconi, Monzuno, Monghidoro, San Benedetto Val di Sambro in provincia di Bologna e Barberino di Mugello, Borgo San Lorenzo, Firenzuola, Scarperia e San Pietro, Vaglia, Fiesole e Firenze in Toscana. Sul versante emiliano il percorso si sviluppa prima nella Valle del Reno e poi sul crinale tra le valli del Reno e del Setta.

In Toscana si attraversa il territorio della Romagna Toscana e del Mugello. Gran parte del percorso attraversa aree montuose e scarsamente popolate. Arrivando da Bologna si attraversano i colli bolognesi, con la presenza di prati e calanchi. Successivamente il percorso si snoda prevalentemente tra i boschi dell’Appenino, per lo più essenze di rovere, frassino, castagno e ( specie sul versante emiliano) anche abete rosso e bianco. Il contrasto tra queste aree spopolate e le vibranti città di Bologna e Firenze è quanto mai sorprendente.

Il Corno alle Scale: crinali di confine sull'Appennino bolognese
Immagine invernale del Corno alle Scale. Tale montagna è la più elevata dell’Appennino Bolognese

Caratteristiche storiche e culturali

Bologna e Firenze offrono chiaramente attrattive storiche e culturali di prim’ordine, ai massimi livelli mondiali. Bologna possiede il centro storico più grande d’Europa e la più antica università, mentre Firenze è spesso definita come l’archetipo di città d’arte. Lungo l’itinerario molte attrattive aspettano il camminatore curioso, tra cui i bregoli di Casalecchio di Reno, l’acquedotto romano e il ponte di Vizzano di Sasso Marconi, il cimitero militare tedesco del Passo della Futa, la pieve di Sant’Agata e il Castello del Trebbio a San Piero a Sieve.

Villa medicea del Trebbio :
Il Castello del Trebbio, a San Piero a Sieve, nel Mugello. Nel castello soggiornarono diversi personaggi celebri, tra cui persino il navigatore fiorentino Amerigo Vespucci

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