Centralia: la vera Silent Hill

Pochi forse hanno mai sentito parlare di Centralia. Questa cittadina della Pennsylvania, un tempo come molte altre, versa oggi in stato di quasi completo abbandono. Perché oggi quasi nessuno vi abita più? Scopritelo in questo articolo

Centralia è ( o forse sarebbe meglio dire era) una cittadina della Contea di Columbia, nella Pennsylvania Centrale. Questa zona è stata dalla fine dell’ottocento un luogo assai attivo per l’industria mineraria e un ricco bacino carbonifero. Tutto questo cambiò a partire dagli anni 70′ e poi sopratutto negli anni 80′, quando il cuore industriale americano ( la cosidetta Manufacturing Belt) subì un processo di rapida de-industrializzazione e la conseguente perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Il disastro economico fu tanto grande che oggi l’area è nota come Rust Belt ( cintura della ruggine). Il quasi completo abbandono di Centralia non è però dovuto alla crisi dell’industria, bensì a un incendio sotterraneo di incredibile natura.

One of Few Remaining Homes in Centralia, PA | The brick supp… | Flickr
Una delle poche costruzioni rimaste a Centralia

La storia di Centralia

La storia della cittadina è indissolubilmente legata al carbone ( in questo caso antracite). Le prime due miniere aprirono nel 1856 e nel 1865 fu raggiunta dalla Lenigh and Mahanoy Railway, che trasportava l’antracite verso i mercati della Pennsylvania Orientale. Nel 1890 la popolazione raggiunse il culmine: 2761 abitanti. In quell’anno si contavano ben sette chiese, cinque hotel, ventisette saloon e due teatri; a testimoniare la prosperità della località. Nel 1927 la produzione di antracite raggiunse il culmine. La Grande Depressione, incominciata nel 1929, comportò la chiusura di cinque miniere. Molti lavoratori del carbone, per evitare di perdere il lavoro, incominciarono a scavare piccoli pozzi minerari clandestini ( fenomeno definito in inglese bootleg mining). Nel 1938 il governatore della Pennsylvania stimava che nello stato oltre 7000 minatori fossero impiegati in questa pratica illegale e che i pozzi scavati sarebbbero stati più di 1900. I successivi crolli di questi pozzi avrebbero reso le misure di contenimento dell’incendio molto più difficili.

Immagine storica di Centralia nel momento del suo massimo sviluppo

L’incendio

Tutto cominciò il 7 maggio 1962, quando il Concilio di Centralia si riunì per discutere la celebrazione del Memorial Day. Una delle decisioni prese fu quella di “ripulire” la discarica di Centralia, aperta pochi mesi prima. Questa discarica era stata aperta per evitare l’abbandono di rifiuti in maniera indiscriminata in altri luoghi della città. Il sito prescelto fu una vecchia miniera all’aria aperta in disuso, profonda circa 15 metri. Già una legge della Pennsylvania del 1956 regolava la creazione di discariche in miniere abbandonate, data l’alta pericolosità di incendio. George Segaritus, un ispettore regionale delle discariche disse riguardo al caso di Centralia che se si fosse deciso di appiccare un fuoco, il terreno sottostante avrebbe dovuto essere ricoperto di materiale non-infiammabile. Nonostante questo, le autorità di Centralia, decisero di “ripulire” la discarica bruciandone i rifiuti e la procedura iniziò il 27 Maggio.

Nonostante i tentativi dei pompieri di dosare l’incendio il fuoco bruciò per più del previsto. Alcuni giorni dopo un’apertura larga circa 4,6 metri fu ritrovato sotto la base della fossa e secondo diversi pareri da lì il fuoco si propagò ai passaggi sotterranei. Dato che il fuoco sembrava continuare a bruciare In luglio un membro del consiglio cittadino chiamò Gordon Smith, un ingegnere del Department of Mines and Mineral Industries che a suo volta chiamò Art Joyce, un ispettore minerario di Mount Carmel, il quale, portando materiale per rintracciare i gas, trovò nel grande buco elevate concentrazioni di monossido di carbonio, tipico degli incendi nelle miniere di carbone. Il 9 agosto furono rintracciate nell’aria quantità mortali di monossido di carbonio. Tutte le miniere operanti a Centralia vennero chiuse per precauzione il giorno seguente.

Tentativi di contenimento

Lo stesso anno vennero indetti due progetti per cercare di estinguere l’incendio. Nessuno dei due ebbe successo. Per molti anni l’estensione sotterranea del rogo e la sua gravità non furono ben comprese e la vita continuò più o meno come prima. L’opinione pubblica si rese conto della gravità del problema nel 1979. Quell’anno John Coddington, proprietario di una stazione di servizio, inserì un termometro nel tank sotterraneo del carburante e scoprì che la temperatura era di ben 172 gradi fahrenheit ( 77 gradi centigradi). A partire dal 1980 diverse persone incominciarono a riscontrare gravi problemi di salute a causa del monossido di carbonio. Nel 1981 un ragazzo di 12 anni cadde in un buco profondo 46 metri apertosi improvvisamente nel suo giardino. Nel 1984 il Congresso americano stanziò 42 milioni di dollari dell’epoca per aiutare le persone a trovare casa altrove. Nel 1992 tutte le costruzioni di Centralia furono sottoposte a esproprio. Nel 2002 il codice ZIP per la cittadina ( l’equivalente americano del nostro CAP) fu definitivamente cancellato.

Centralia Mine Fire: Devastation from Underground

Centralia Oggi

La popolazione di Centralia, già in declino prima del rogo, è passata dai circa 1100 residenti del 1970 ai 63 del 1990. Oggi appena 7 persone vivono a Centralia, facendone di fatto la località ( borough) meno popolosa di tutta la Pennsylvania. L’incendio è ancora attivo tuttora e si sviluppa sottoterra su una superficie di circa 15 chilometri quadrati. L’incendio si è esteso anche alla località di Bynersville che è stata abbandonata e rasa al suolo. Oggi Centralia è una strana meta turistica e molte persone la raggiungono per vedere gli effetti dell’incendio. La Pennsylvania Route 61 è oggi chiusa nei pressi della città ed è diventata negli anni un percorso gradito per i ciclisti e i pedoni. Essendo completamente ricoperta da graffiti si è meritata l’appellativo di graffiti highway.

A Visit to Centralia - A Ghost Town on Fire | PhillyVoice

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