Gli Incendi di Ottobre 2017 in Piemonte

L’Evoluzione Meteorologica: le Temperature


Ottobre 2017 è stato un mese eccezionale per la storia meteorologica del Piemonte. Si è trattato infatti del secondo mese più caldo degli ultimi sessantanni, con uno scostamento di +2,9 gradi rispetto alla media storica 1970-2000. Particolarmente rilevante lo scostamento per le temperature massime medie, che sull’insieme del territorio pianeggiante sono state di 20,8 gradi (ben 4,5 gradi al di sopra dei valori medi). Le temperature minime invece, complice il cielo sereno e i suoli secchi, sono state decisamente più fredde (con uno scostamento di circa 1,2 gradi rispetto alla media 1970-2000). Gli scostamenti termici maggiori, sia per le massime (circa +5/+6 gradi), che per le minime (+3+4 gradi) si sono registrati sul settore alpino (specialmente Val di Susa e Valli del Cuneese). In pianura le anomalie sono state meno marcate e sono state di +3+4 gradi per le massime (ma fino a +5 tra Torino e dintorni), mentre le minime sono state quasi ovunque nelle medie o addirittura sotto, specie nelle zone più riparate con forte ristagno dell’aria fredda nei bassi strati (conche, brughiere etc.).

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Immagine dell’incendio a monte di Bussoleno ( Bassa valle di Susa)

Le Precipitazioni

Per quanto riguarda le precipitazioni il mese è stato eccezionalmente secco, si è trattato infatti del mese di ottobre più secco degli ultimi sessant’anni, con una media di appena 3 mm di pioggia sul totale della regione. Il valore è eccezionale e rappresenta un deficit del 98 % sul valore medio di 133 mm (in Piemonte ottobre è il mese più piovoso dell’anno). Le precipitazioni mensili sono state superiori ai 10 mm solo sulla porzione alpina e appenninica del territorio (ad esclusione della Valle di Susa) mentre in pianura praticamente non è mai piovuto, ad esclusione di effimere precipitazioni (circa 5 mm) nel Novarese al confine con la Lombardia.

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Incendio sopra la Val di Susa

Il Vento

La situazione siccitosa è stata aggravata dalla ricorrenza di numerosi episodi di fohn (vento secco proveniente da nord) che hanno ulteriormente disseccato il terreno. Episodi di fohn hanno infatti colpito la regione nei giorni 5-6 ottobre e poi nei giorni 22-23 e 27-28-29-30 ottobre. Un ulteriore episodio di fohn ha interessato la regione il 5 novembre. Questi numerosi episodi sono stati causati da una forte differenza barica tra un possente anticiclone posizionato sull’Europa Occidentale (massime anomalie bariche positive sul Golfo di Biscaglia) e una vasta aria depressionaria colma di aria fredda sull’Europa Orientale. Tale differenza barica ha portato condizioni anticicloniche sull’Italia Nord-Occidentale, condite da numerosi episodi di vento da Nord secco.

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L’incendio domato in Val Chiusella

L’intensità del Vento



Le raffiche più intense durante il mese si sono registrate presso il Rifugio Luigi Vaccarone, a quota 2700 metri in Valle di Susa (comune di Giaglione), a monte dell’abitato di Chiomonte. Nella giornata del 29 ottobre qui le raffiche hanno raggiunto i 133 km/h, mentre nella giornata del 27 ottobre i 104 km/h. In località Pietrastretta (frazione di Susa) le raffiche hanno raggiunto i 95 km/h il 6 ottobre e i 91 km/h il 29. Tra le stazioni a bassa quota è da segnalare: Avigliana ( TO): max 61 km/h il 29 ottobre, Pinerolo ( TO): max 65 km/h il 22 ottobre, Borgofranco d’Ivrea ( TO): max 60 km/h il 23 ottobre, Pallanza (Verbania): 64 km/h il 22 ottobre, Domodossola ( VB): max 54 km/h il 6 ottobre.

Visione satellitare incendi in Piemonte | ANCI Piemonte
Gli incendi satellitari del Piemonte visti dal satellite. Si nota la spessa coltre di fumo presente sulla pianura piemontese, trasportata dai venti occidentali. Si nota nella porzione in basso a sinistra la completa mancanza di neve sulle Alpi Marittime



Gli Incendi


La parte critica per gli incendi è stata l’ultima porzione del mese, a partire dal 22 ottobre. Questo a causa degli episodi di fohn e del suolo già notevolmente secco a causa della mancanza di perturbazioni perdurante da tre settimane. In totale si stima che gli incendi abbiano divorato una superficie complessiva di 10.000 ettari di territorio (100 chilometri quadrati), una superficie paragonabile a quella del comune di Torino (130 kmq). I numeri sono impressionanti e sono paragonabili alla superficie bruciata in Piemonte nell’arco di dieci anni. Per fare un raffronto, nel corso del 2017 (hanno che ha visto un’estate siccitosa da record) in tutta Italia sono andati in fumo circa 140.000 ettari.

Gli incendi più grossi si sono sviluppati tra il 22 e il 27 ottobre e sono ( località prossime):

  • Mompantero (Media Valle di Susa)
  • Bussoleno (Bassa Valle di Susa)
  • Cumiana-Cantalupa- Monte Freidour (Ovest di Torino)
  • Rubiana-Caprie (Bassa Valle di Susa)
  • Perrero (spartiacque tra Val Germenasca e Val Chisone)
  • Traversella (Val Chiusella, Canavese)
  • Ribordone (Valle dell’Orco)
  • Casteldelfino (Valle Varaita)
  • Sambuco (Valle Stura)

Bisogno poi ricordare che negli stessi giorni in cui gli incendi devastavano il Piemonte, un altro grande rogo è divampato nel Massiccio del Campo dei Fiori ( Provincia di Varese). Questo rogo ha distrutto circa 100 ettari di terreno.

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Gli incendi che hanno devastato il Massiccio del Campo dei Fiori visti da sud




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